Con Napoli – Lecce si chiude per gli azzurri di Mister Mazzarri un’annata che ha dello straordinario. Il Napoli non era secondo in graduatoria a fine Dicembre da parecchio tempo, dai tempi di Lui… ma quella era un’altra storia. Oggi c’è un Napoli, che almeno in apparenza, non è formato da singoli ma da un gruppo ben coeso che lotta, fino alla fine, per portare a casa il risultato.
Mazzarri appena arrivato a Napoli dichiarò di voler dare un’anima alla squadra, e i fatti sembrano dargli ragione. Ma ora basta con la poesia, un’analisi razionale di quanto sta accadendo va fatta.
Perciò stop con i cuori, avanti con la testa.
Il primo dato da analizzare: la forma fisica. Se Mazzarri, e il suo staff, hanno un merito innegabile è proprio quello della condizione atletica. Nessun infortunio muscolare e una squadra che corre fino al 95esimo senza stramazzare al suolo. Un dato di non poca rilevanza che ha regalato più di qualche punto alla squadra partenopea. Un dato che però allo stesso momento preoccupa. E se qualcuno dovesse calare nel girone di ritorno, il Napoli avrebbe dei sostituti all’altezza? Lo staff del tecnico toscano ha previsto eventualmente questo calo? Saprà affrontarlo? Non dimentichiamo che anche nella passata stagione Mazzarri fece cose nel girone d’andata che non riuscì a replicare nel girone di ritorno (nonostante fosse partito dall’ottava giornata).
Secondo dato: l’Europa League. E’ un dato innegabile che il Napoli nella fase a gironi, in compagnia dell’Anderlecht, è la squadra che ha fatto meno punti per ottenere la qualificazione (7 punti). E’ pur vero che è l’unica squadra italiana ad aver passato la fase a gironi, ma si pensi al Palermo che con gli stessi punti non ce l’ha fatta. La Juventus con un solo punto in meno neanche è riuscita, ma non ci sarebbe riuscita neanche con 7 visto che la seconda del girone era a quota 11. Viene da pensare che poi il Napoli non sia stato così esaltante in Europa. Ad ogni modo il dato innegabile è che per ora è lì.
Terzo dato: il mercato. Il presidentissimo Aurelio De Laurentiis sta ribadendo in questi giorni la non volontà di fare sforzi a Gennaio per puntellare una rosa che con 2 acquisti di qualità ed una buona riserva in attacco potrebbe puntare probabilmente allo scudetto. I partenopei hanno vissuto, neanche troppo tempo fa, una situazione analoga: era il Napoli di Edy Reja, era Dicembre e la squadra azzurra si ritrovava con un ruolino di marcia impressionante. Il tecnico goriziano però, prevedendo un calo (di forma e di concentrazione) chiese alla società uno sforzo a Gennaio per prendere, per soli sette milioni, Giampaolo Pazzini più un difensore di fascia mancina: la dirigenza azzurra (Pierpaolo Marino) per tutta risposta comprò Jesus Dàtolo che non rispecchiava assolutamente né l’identikit dell’attaccante né del difensore esterno sinistro.
Le cose si sa poi come andarono. Napoli ultimo nel girone di ritorno e avvicendamento (dannoso) in panchina con Roberto Donadoni che sostituì lo storico Mister azzurro Reja.
Corsi e ricorsi storici si dice. Ma un altro detto dice che “Si impara dagli errori commessi in passato” (soprattutto quando è un passato recente). E’ presupponibile perciò che la società azzurra abbia imparato la lezione e si regoli di conseguenza per Gennaio. Almeno questa è la speranza.
…Perché?
Perché il 2010 ha sorriso al Napoli, e si spera che il 2011 possa farlo ancor di più.
Marco Branca
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