“Anno bisesto, anno funesto” dice la saggezza popolare. E in effetti il 2012 doveva essere l’ultimo anno di vita del pianeta terra (almeno secondo i Maya). Insomma più funesto di così ce ne vuole. E invece, per fortuna, passata la psicosi da fine del mondo, siamo ancora qui a poterlo raccontare ai posteri, perché se ripercorriamo a ritroso questi dodici mesi ci accorgiamo che l’anno che sta per finire è stato piuttosto intenso di eventi internazionali che nel bene o nel male vanno ricordati. Il 2012 è stato l’anno dell’ennesima guerra a Gaza e delle Olimpiadi di Londra. L’anno della rielezione di Obama alla Casa Bianca e di un’altra insensata strage di innocenti in una scuola americana. Ci hanno lasciati in tanti, come succede ogni anno. Abbiamo detto addio a Lucio Dalla, Whitney Houston, Donna Summer, Piermario Morosini, Vigor Bovolenta, il papà di ET Carlo Rambaldi e l’uomo che per primo ha camminato sulla Luna, Neil Armstrong; e a proposito di spazio, Marte quest’anno non ci è mai sembrato tanto vicino. Ma il 2012 è stato anche l’anno più nero della crisi economica, almeno nel nostro paese. Le imprese falliscono, i consumi calano e la disoccupazione raggiunge dati allarmanti. Perciò il nostro augurio è che nel 2013 tutti gli italiani possano tornare a guardare al proprio futuro senza preoccupazioni, e che soprattutto negli occhi dei giovani possa riaccendersi un barlume di speranza e fiducia per un domani migliore.
SIRIA: DALLA PRIMAVERA ARABA ALLA GUERRA CIVILE
Ottomila morti in un anno. Questo il bilancio delle vittime della repressione che sta avendo luogo in Siria. L’Onu cerca di scuotere l’opinione pubblica con questi dati, ma - dalla prima rivolta contro il regime di Bashar al Assad - la repressione non ha mai avuto fine. Secondo il Presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, Nassir Abdulaziz Al-Nasser, numerosi sono stati i bambini e le donne presi in ostaggio e massacrati. Si raccontano di cadaveri con evidenti segni di torture, nonché di persone bruciate vive e sgozzate. Il Presidente ha – inoltre – evidenziato come «le violazioni dei diritti umani sono diffuse e sistematiche e in questo la comunità internazionale ha la sua responsabilità nel proseguo delle violenze».
A cura di Enrica Raia e Roberta Santoro
Riproduzione Riservata ®