Ciao mamma, sono degli anni 80

del

Le spalline, vogliamo parlare del fascino di una spallina, della comodità del fuson che oggi chiamano leggins?

Ciao mamma, sono preoccupata, quando esco per strada mi sento sempre più un alieno, attorno a me, a calpestare il basalto schiere di ragazze e ragazzine con i capelli raccolti come per andare a danza, in un toupèe da fare invidia alla nonna, corpi statuari e pance flaccide avvolte in canottiere bianche con in risalto bicipiti e lipidi, occhiali da sole catarifrangenti , fluorescenti e specchiati, con montature iridescenti e cinte con i led che comunicano motti arguti sgrammaticati con “K” “Y” ed “X” come piovesse, cuffie in testa di dimensioni così imbarazzanti da far impallidire il copriorecchie giallo degli operai della Fiat, solo che dalle loro non passano i Sigur Rós.

Mi guardo le Converse imbottite con della stoffa rosa che trionfalmente indosso con la linguetta bene in vista sotto jeans stretti, le fotografo, le schiaffo su Instagram e sono soddisfatta; per non parlare della frangetta, a me la frangetta piaceva da quando avevo otto anni, una volta, ricordi, contro la tua volontà tagliai in maniera scomposta tutti i capelli davanti, solo allora fosti costretta a cedere alla bellezza di questo tappetino sulla fronte e mi portasti dal parrucchiere, da allora la indosso con onore, a parte il periodo in cui avevo il crine biondo platino, se non avessi, ormai, paura di perderli, li decolorerei e li porterei cotonati e plasticifati con la lacca. Il giubbotto di pelle, si, il chiodo, quello che non tolleri, pieno di spille di ogni razza e genere, dal logo dei Black Sabbath allo stemma del Napoli, passando per la A di anarchia, non mi sembrano mai abbastanza!

Le spalline, vogliamo parlare del fascino di una spallina, della comodità del fuson che oggi chiamano leggins?

Nero ed oro, bracciali tozzi e grossi, catene e borchie, collane su collane (molte erano le tue) ed un orecchino enorme, tutto rigorosamente dorato in pieno contrasto con l’abito nero e poi jeans, di qualsiasi taglia e tipo, consunti o nuovi di zecca, mascara ovunque, anche sulle ciglia inferiori, in barba a Clio che sconsiglia questo tipo di make up alle donne moderne, chissenefrega! Rossetto rossissimo, occhi iper fluo, anfibi e se non li odiassi, anche i frontini e fiocchi che mi regalavi per andare a scuola e poi, a deliziare l’animo: assemblaggio di abiti di tutti i colori, motivi e tessuti prensenti su mercato.

Orgogliosa di aver vissuto a pieno la meraviglia del rock anni ’90, non ho vergogna d’ammettere di ascoltare i Duran Duran, i Talk Talk, gli Wham il primo Elton Jhon, e pure Donatella Rettore e Jo Squillo.

Si, mamma, scusami se sembro strana ma io sono degli anni ottanta e vorrei dichiararlo senza censure in questo mondo pieno di cappelli, barboni, ballerine ed occhiali da vista da sfigato, si mamma, io esco di casa così, vestita come un coloratissimo omino Michelin e non me ne frega di quando prendo la metro e corro il rischio di essere scambiata per una giovane badante rumena, che almeno quella se la suda la sua borsa viola con il teschio, non gliel’ha regalata il papà!

Fiorella fiorellaq Quarto

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