Il dinamico e arrembante parlamentare Italo Bocchino è affondato miseramente sul discorso della sfiducia al governo.
Per lui quello di ieri doveva essere il discorso della consacrazione,quello della nuova vita ed invece è stato quello della sua personale Waterloo. Sputava rabbia da tutti i buchi, starnazzava come un’oca faraone, cercava come suo solito di ribaltare la frittata, dopo aver fallito il ribaltone insieme al suo capo. Eppure se non avesse parlato probabilmente i tre finiani scappati via avrebbero votato la sfiducia al governo, invece dopo aver ascoltato Italo hanno trovato il coraggio di ribellarsi e uno di loro ne ha chiesto addirittura le dimissioni da capogruppo. Dopo il suo intervento la già modesta fanteria dei finiani si è ulteriormente azzoppata e divisa, un vero capolavoro!
Pensare che fino a poco tempo fa il capo ancora non lo degnava di uno sguardo, anzi per punirlo della sua vicinanza a Maurizio Gasparri, Fini lo aveva relegato nelle elezioni del 2006 in una posizione cosi defilata da fargli rischiare l’esclusione dal parlamento. Ma il rampante con tutti i suoi limiti capi l’antifona e si mise a tappetino nei confronti del capo e ne carpì successivamente anche la fiducia, tanto da diventare il falco preferito e la clava del suo gruppo.
Lo spedisce dovunque c’è da sparare panzane, tanto non arrossisce, né si fa l’esame di coscienza. Così, va in tv a fare il killer. Negli ultimi mesi, è stato ospite fisso di Santoro, Floris, Lerner, oltre a fare il tribuno del popolo dalle pagine di Repubblica e Il Fatto.
Bocchino ha avuto il grande merito di far uscire la propensione di una buona parte di Fli a non rompere con il centrodestra e con lo stesso Berlusconi.
I toni accesi dei Granata, Bocchino e Briguglio non solo non rappresentavano tutta Fli, ma alla fine hanno sospinto l’ala più moderata nelle braccia di Berlusconi. Mettendo in evidenza una contraddizione lacerante: se Futuro e Libertà vuole davvero costruire un altro polo e rompere con Pdl e Lega, si spaccherà ancora. Se vuole restare unita deve rientrare nel centrodestra ma sottomettendosi a Berlusconi il quale però, ormai, punta al suo dissolvimento.
Quanto è accaduto in questi giorni mi fa sperare che la democrazia può ancora sopravvivere in questo Paese nonostante i leader cartonati come Bocchino.
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