Da adesso e fino alla metà di Gennaio leggeremo sui giornali nazionali di matrimoni in nuce fra Casini e Bersani, sentiremo sbraitare Di Pietro e Nicki alla ricerca delle primarie perdute, leggeremo del Cavaliere che partorirà un nuovo logo per il suo partito ormai quello del PdL è conteso dal sempre più bolsito Gianfranco e il leone di Arcore non ha più voglia di contrastarsi con l’antico delfino che ormai considera fuori uso e non più degno di attenzioni.
A proposito che fine ha fatto Bocchino?
Intanto nel sottobosco si preannunciano nuovi cambi di casacca che serviranno a far vivacchiare il governo fino a quando Casini non avrà la certezza della successione al Cavaliere in cambio dell’appoggio al Colle più alto.
E questo nonostante i deliranti disegni del contorto Baffino che non riesce mai a portare a termine nulla di quanto faticosamente pensa.
Al nord del Paese la Lega e il suo leader sempre più ondeggiante che a giorni alterni rilancia le elezioni anticipate e poi il Nulla o quasi di Rutelli.
Come può Berlusconi non continuare a maramaldeggiare in questo ciarpame?
Il problema è proprio questo che in Italia maggioranza ed opposizione sono complementari, nel senso che quando cadrà il Cavaliere il Paese resterà senza guida ma continuerà a galleggiare come ormai da decenni è abituato a fare.
La storia ricorda una sola soluzione veramente radicale: il diluvio universale.
Branca Vincenzo
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