In Italia si chiamano Cinepanettoni, in America Christmas Movie. Due facce di una stessa medaglia, il Natale, ma anche due generi agli antipodi nel modo in cui rappresentano la festa religiosa più importante dell’anno.
La tradizione italiana, in quanto a cinematografia natalizia, è ormai collaudata sul format del Cinepanettone, un fenomeno tutto natalizio che non ha eguali in nessun altro paese del mondo, diventato ormai un appuntamento immancabile del cinema nazional-pololare durante le festività. Il termine, coniato dai critici in senso dispregiativo per indicare alcuni film comico-demenziali destinati ad uscire nelle sale durante il periodo natalizio, ha ormai perso la sua connotazione originaria diventando di uso comune tra gli addetti ai lavori e il pubblico che ogni anno affolla i cinema. Al di là della loro tendenza alla ripetitività a livello sia tematico che stilistico, i cinepanettoni sono infatti sinonimo di successo al botteghino, almeno a guardare gli incassi record registrati negli ultimi anni (tanto che perfino il kolossal Avatar ha dovuto posticipare la sua uscita italiana al 15 gennaio 2010 per timore di una debacle al box office). Possono essere stupidi, scontati, dozzinali, volgari, ma dopo 27 anni di onorata carriera il filone non sembra dare segni evidenti di cedimento. Tutto cominciò nel 1983 con Vacanze d Natale dei fratelli Vanzina. Fu quello l’inizio di un genere entrato di fatto nella storia del cinema italiano tanto denigrato dalla critica quanto premiato dal pubblico.
Negli Stati Uniti è diverso. Anche se negli ultimi anni i botteghini natalizi sono affollati di blockbuster e commedie che hanno poco e niente a che vedere con il Natale, il cinema americano si porta dietro una lunga tradizione di Christmas movies. Sono film di sentimenti che scaldano il cuore, emozionano e commuovono. Di film in film, Hollywood ha alimentato la magia della festa e il mito di Babbo Natale. E diciamo la verità, non è mai veramente Natale senza gustarsi un grande classico film natalizio. Li si può guardare, due, cinque, dieci volte senza stancarsi mai ed ogni volta riescono a catapultarci come d’incanto nello spirito della festa. Per molti in cima alle preferenze ci sono La vita è meravigliosa di Frank Capra, Miracolo sulla 34esima strada di George Seaton, Willi Wonka e la Fabbrica di cioccolato, le numerose versioni cinematografiche del classico di Dickens A Christmas Carol (l’ultima in ordine di tempo porta la firma di Robert Zemeckis). Ma la lista dei classici di Natale diventati dei cult è talmente infinita che sintetizzarla in poche righe è davvero impossibile. Volendo circoscriverla agli ultimi trent’anni tra i film cult come non menzionare Una Poltrona per due di John Landis del 1983, diventato almeno in Italia un inossidabile classico della sera della vigilia. E ancora la fortunatissima commedia familiare Mamma ho perso l’aereo di Chris Columbus. Natale a tinte dark con The Nightmare before Christmas, capolavoro animato di Tim Burton. Mentre per chi vuole sorridere non ha che l’imbarazzo della scelta. Si va da Una Promessa è una promessa con uno Schwarznegger padre superimpegnato in cerca del giocattolo più ambito del Natale a The Family Man dove Nicholas Cage interpreta un manager ambizioso che si risveglia per magia nella vita che avrebbe vissuto se avesse seguito il vero amore. E poi ancora, Elf, Il Grinch, Babbo Bastardo, Natale in affitto, Jack Frost o le commedie romantiche Love Actually e L’amore non va in vacanza.
Enrica Raia
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