Quella con la Spagna per Thiago Motta sarà una partita particolare. Lui che per tanti anni ha giocato nella squadra che in questo momento fornisce più giocatori alle ‘Furie Rosse’ conosce molto bene il calcio spagnolo: “Non ho parlato con nessuno dei miei ex compagni – ha detto presentandosi in conferenza stampa – Loro negli ultimi quattro anni hanno vinto tutto. Nella Spagna ci sono giocatori del calibro di Iniesta e Xavi e noi dovremo essere bravi a stare uniti e a farli giocare il meno possibile. In questo Europeo mancheranno Villa e Puyol, ma chi li sostituirà ha sicuramente le carte in regola per fare bene”.
A tenere banco è sempre il modulo che l’Italia adotterà con la Spagna. “Non credo – ha dichiarato Motta – che il modulo alla fine sia così importante. Fondamentale sarà il nostro modo di stare in campo e lo spirito. Abbiamo un gruppo fortissimo per qualità e individualità, ma dovremo essere bravi a stare in campo aiutandoci gli uni con gli altri. Giocare bene è importante, ma più importante è vincere e ci vuole la cattiveria giusta per questo tipo di partite”.
Il centrocampista del PSG è felice di poter difendere la maglia azzurra: “In questo gruppo mi sento bene. Se non sentissi addosso questa maglia, non sarei qui, ma in vacanza con le mie tre bambine. Per un giocatore disputare un Europeo è una cosa fantastica. L’entusiasmo viene da solo, poi giocare con questa maglia dà uno stimolo in più. Posso giocare in tutti i ruoli del centrocampo, non ho problemi. Sarà poi il mister a decidere, ma sicuramente chi scenderà in campo darà il cento per cento”.
Tra i compagni di reparto una menzione speciale è per Andrea Pirlo: “Giocare in un centrocampo di piedi buoni può essere sicuramente un vantaggio, anche se poi bisogna essere bravi a recuperar palla. Abbiamo nel nostro centrocampo un fuoriclasse come Pirlo che gioca sempre a testa alta. Noi dobbiamo essere bravi a fare i movimenti giusti perché lui vede il gioco come nessun altro”.
Il centrocampista azzurro ha aperto una piccola parentesi sulla giornata di ieri ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau: “Ho provato una tristezza enorme. Sentire i tre deportati sopravvissuti raccontare la loro storia è stata durissima e sentire quello che hanno dovuto sopportare ti mette i brividi. E’ giusto aver fatto un’esperienza del genere per capire che tragedia sia stata”.
Fonte: Figc.it
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