Con la vittoria di Nea dimokratia la Grecia ha scelto l’euro e l’Europa. Il presidente Mario Monti al G20 di Los Cabos ha considerato questa vittoria un grande segno per l’Europa: “Mi rallegro per il risultato delle elezioni greche. E’ un grande segno per l’Europa, che pur in condizioni difficili, il popolo greco abbia capito il valore dell’Europa”
Eppure i mercati, non sono convinti che basti solo il risultato elettorale. Sui listini l’effetto della vittoria di Nea Dimokratia, che dovrebbe garantire una maggioranza per un governo salva-Euro, dura poco. Tornano a prevalere i timori sul debito, a iniziare da quello spagnolo. Non accenna ad allentarsi la tensione sui titoli italiani, con lo spread Btp-Bund decennali inchiodato a quota 454 punti. Brutta sorpresa, sul lato macroeconomico, dai dati in arrivo dalla Germania. L’ indice Zew, che misura la fiducia degli investitori tedeschi, è scivolato a giugno a -16,9 punti dai 10,8 di maggio, registrando il calo peggiore dal 1998. Un segnale che l’economia tedesca non è immune dalle difficoltà di altri Paesi dell’Unione. In lieve recupero l’euro sul dollaro, con il rapporto tornato a 1,26. A metà seduta Londra segna un rialzo dello 0,92%, Francoforte dello 0,53% e Parigi dello 0,38%. A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1,26% a 13.170 punti.
Occhi puntati anche sulla Spagna dove il Tesoro iberico ha collocato oltre 3 miliardi di Bonos con i rendimenti volati al 5%. A Londra l’indice Ftse 100 guadagna lo 0,9%. A Milano il Ftse Mib segna +0,6%. Il Cac 40 di Parigi sale dello 0,17%. Lo spread fra Bund e Btp a 10 anni sale a 470.65 punti base rispetto ai 465 dell’apertura.
La Spagna ha collocato 3,04 miliardi di titoli di Stato a 12 e 18 mesi, poco più del target massimo di 3 miliardi, ma ha dovuto offrire rendimenti più alti. Sulla scadenza 12 mesi, il rendimento medio è salito al 5,074% dal 2,985% del’asta di maggio e su quella a 18 mesi il tasso è salito al 5,107% da 3,302% del mese scorso.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, invita i leader presenti al G20 a lavorare per stabilizzare il sistema finanziario mondiale e scongiurare il protezionismo. Dal Messico, la cancelliera Angela Merkel respinge qualsiasi ammorbidimento degli accordi presi, ribadendo che “il nuovo governo greco deve pienamente rispettare gli impegni presi con i creditori internazionali”.
La Merkel, che auspica “presto” la formazione di un esecutivo, non vede alcuna ragione per parlare di un nuovo piano di aiuti per la Grecia: “Le elezioni non possono rimettere in discussione gli impegni che la Grecia ha preso. Noi non possiamo scendere a compromessi sul cammino per le riforme concordato”.
Giusy De Angelis
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