Green Hill: il via alle adozioni

Uno dei cuccioli messi in salvo dagli attivisti, durante il blitz a Green Hill del 28 aprile

Tutti conoscono Green Hill, la azienda di Montichiari che allevava cani beagles per trasferirli “al macello” inteso come laboratori universitari, case farmaceutiche e centri di sperimentazione, al fine di vivisezionarli a pro della Ricerca. Ricerca che, di medico, ha poco. Ma Green Hill, con la società americana Marshall (la più grande fabbrica di cani da laboratorio nel mondo), non si limitava alla vivisezione/sperimentazione sui beagles: si occupava anche di intervenire chirurgicamente sui cani di chiunque ne facesse richiesta e di venderli, anche. Cuccioli, adulti, adulte gravide. Dipende da quanto si era disposti a pagare.

Il 28 aprile, durante l’ennesima rivolta contro Green Hill, c’è stato un blitz da parte di un gruppo di attivisti, che hanno fatto irruzione nei capannoni del “lager”, riuscendo a portar via circa 50 beagles. Risultato: 12 arresti e vari feriti tra i manifestanti attivisti. Arresti per rapina impropria, furto pluriaggravato, violazione di domicilio, resistenza ai pubblici ufficiali che erano lì per cercare, invano, di arginare la rabbia contro quel campo di concentramento animale.
Da allora, la gente ha cominciato ad informarsi maggiormente. Gli attivisti, oltre ad aver salvato quella manciata di cuccioli, hanno messo in risalto questa situazione come non si era mai fatto prima. E da quel 28 aprile qualcosa si è mosso. Il giorno 18 luglio, la svolta: il Corpo Forestale dello Stato, a seguito di operazioni ispettive, ha messo sotto sequestro Green Hill durante una inchiesta per maltrattamento sugli animali. Green Hill è stato fermato. Non chiuso definitivamente ma almeno sospeso. E con lui, anche la sua attività cruenta. Dopo il sequestro, i beagles son rimasti per qualche giorno nei capannoni del lager, in attesa di decisioni giuridiche. E tutti, animalisti e non, si son domandati quale sarebbe stata la loro sorte. Il Pres. Formigoni ha disposto una indagine alla ASL di Brescia, per controllare le ispezioni a Green Hill in tutti questi anni, in quanto son emerse varie incongruenze tra le notizie relative allo stato di Green Hill ed i verbali ispettivi della ASL competente. E un paio di irregolarità circa Green Hill, son state svelate dalla Digos di Brescia: 400 cuccioli senza microchip e un centinaio di carcasse di beagles, conservati in congelatori. L’esperto informatico inviato dalla procura, ha assistito in diretta ad un accesso remoto dal server americano (si presume dalla Marshall). Gli inquirenti sospettano che sia stato un tentativo di modificare files contenuti nel sistema informatico ma ciò, si sottolinea, non è certezza.

Ieri, la Procura di Brescia ha firmato il decreto inerente all’affidamento dei quasi 3.000 beagles, a seguito del suddetto sequestro; gli Enti adibiti alla momentanea custodia giudiziaria sono la LAV e Legambiente. E finalmente oggi, 24 luglio, il via alle tanto attese adozioni da parte delle famiglie. Per farne richiesta, basterà rivolgersi alla LAV o a Legambiente, tramite le loro sedi nazionali o sui relativi siti.  Per avere info e prassi clickare su info adozione. Leggete attentamente, non richiedete l’affidamento senza aver possibilità e costanza di mantenere il cucciolo. Le suddette associazioni, infatti, precisano che questi cani non sono come gli altri, in quanto ogni beagle ha un microchip con codice identificativo che lo rende tracciabile e che le condizioni del cane verranno registrate nei verbali di consegna.

Che le famiglie affidatarie ne abbiano cura ed amore, in quanto c’è una altra cosa che rende questi beagles diversi dagli altri: il loro triste passato.

La Redazione

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