“Cinca nasce dèstinatu vince li terni senza aggia sciocatu”. (Chi nasce destinato, vince i terni al lotto senza aver giocato). Così recita un felice aforisma salentino, e fa proprio al caso di Nichi Vendola, governatore della Puglia, regime in pieno fermento culturale, che è riuscito nell’intento (insperato) di far spostare il celebre Festival Wave di Arezzo (ex Arezzo Wave, appunto) dalla Toscana alla Puglia.
Durante la presentazione in pompa magna di “Italia Wave Love Festival” il governatore ha dichiarato: “Non mi piace sentire pronunciare il termine ‘scippo’ da parte degli amici toscani. Credo che sia solo una inappropriata etichettatura da parte di qualche commentatore. Sono felice di poter ospitare questa iniziativa in Puglia perché la nostra regione dimostra di puntare sui giovani e sulla musica. La cultura è il destino industriale del Sud”.
Ma se non si tratta di “scippo” poco ci manca, vista la stretta simbiosi che legava il festival (nato proprio ad Arezzo) e la Toscana, un legame consolidato e significativo, che permetteva a tutti gli italiani provenienti dalle regioni più disparate di potervi partecipare senza che il festival favorisse questa o quella zona d’ Italia (un piemontese e un siciliano sempre al “centro” andavano a finire…). Privilegio scaduto. Il tacco d’ Italia non è esattamente il luogo della nostra penisola più semplice da raggiungere.
All’organizzazione del festival andranno 350.000 euro di contributi sborsati dalla regione Puglia (di cui 150.000 messi a disposizione dalla Provincia e Comune di Lecce), con Perrone, sindaco di Lecce, che gongola: “Ci apprestiamo ad accogliere decine di migliaia di giovani che invaderanno pacificamente la capitale del barocco. È un risultato straordinario – conclude Perrone – frutto di un lavoro meticoloso e costante da sempre rivolto al mondo giovanile attraverso la realizzazione di manifestazioni e concerti, la creazione di uno student center, che recentemente è diventato un’Officina della musica, la crescente attenzione nei confronti dei bisogni degli studenti universitari che sono circa 30mila a fronte di una popolazione complessiva di meno di 100mila abitanti”.
La reazione toscana grava sulle spalle di Giuseppe Fanfani, sindaco (centrosinistra) di Arezzo, aspramente attaccato da esponenti da consiglieri regionali del Pdl circa la capacità di “trattenere” il festival nell’ Aretino.
Ci domandiamo se, di fronte ad una crisi dell’ industria discografica, alla difficoltà di permettere ai (numerosi) talenti italiani di spiccare il volo, fosse così necessario spostare location e depauperare di significato un festival ormai storico e foriero proprio di giovani talenti.
Marco Della Gatta
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