L’agenda d’autunno di Mario Monti prende forma. Dopo oltre otto ore e mezza di riunione si è concluso il Consiglio dei ministri sul programma del governo per la crescita.
Più che un Consiglio dei ministri, quella che si è svolta oggi a Palazzo Chigi è stata una sorta di seminario. Un confronto in cui ogni ministro ha presentato le sue personali proposte per lo spezzone di legislatura che resta, le priorità politiche, ma soprattutto le idee finalizzate alla ripresa dell’economia e dell’occupazione.
«Il Cdm di oggi è stato contraddistinto da una grande collaborazione tra i ministri», ha sottolineato Corrado Passera, lasciando Palazzo Chigi. I ministri, ha evidenziato, «sono tutti mobilitati per uscire dalla recessione». Il titolare dello Sviluppo economico ha assicurato che non c’è stato alcuno scontro tra lui e Vittorio Grilli: «Con il ministro dell’Economia abbiamo sempre trovato soluzioni per investimenti e spese che potevano creare crescita. In nessun modo l’obiettivo del rafforzamento dei conti e quello della crescita devono essere visti come alternativi. Sono uno presupposto dell’altro».
«Con i prossimi provvedimenti gran parte dell’agenda fissata a dicembre scorso dal governo «sarà completata», ha assicurato Passera, elencando, tra le altre, misure per l’agenda digitale, per le start-up, per attirare investimenti esteri, per le semplificazioni e per le pmi. Quella di oggi, ha proseguito il ministro, «è stata una giornata di grande soddisfazione. Con il presidente Monti avevamo deciso di dedicare un’intera sessione del consiglio dei ministri alle politiche per la crescita. Abbiamo fatto il punto sul lavoro svolto e visto, punto per punto, l’agenda preparata a dicembre per vedere cosa e quanto è stato realizzato e cosa invece manca». Il ministro ha parlato di «contributi di grandissimo interesse da parte di tutti i ministri».
Era stato proprio il premier, prima delle vacanze di agosto, a chiedere a ogni collega «un appunto». Appunti e proposte su cui, di volta in volta, il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha valutato la compatibilità economica sul versante dei costi. Una via preferenziale, ovviamente, è stata destinata a progetti «a costo zero» o in grado di autofinanziarsi. Ma è stata vagliata anche l’effettiva possibilità di realizzare progetti in tempi stretti, la loro fattibilità giuridica (specie sul versante europeo) e soprattutto politica, considerando i sempre più complicati equilibri parlamentari.
In Cdm su ogni proposta si è aperto un dibattito; nei prossimi giorni toccherà a Mario Monti comporre il puzzle. Il risultato del Cdm di oggi rappresenta una sorta di crono-programma per il rush di fine legislatura, e potrebbe sfociare in uno o più disegni di legge già nella riunione del Consiglio dei ministri del 31 agosto. In molti casi la difficile congiuntura ha imposto la necessità di proporre «microinterventi» sulla falsariga di quelli messi a punto dal titolare del Lavoro Elsa Fornero. Il governo cerca comunque di mantenere un profilo ambizioso, ma ora deve inevitabilmente fare i conti con l’impossibilità di spendere. In queste ore a Palazzo Chigi si fa i conti anche con il problema di rendere operative le molte misure già approvate, perché cinque mesi per l’attuazione dei decreti varati da novembre a oggi rischiano di essere pochi.
Fonte: LA STAMPA.IT
Riproduzione Riservata ®