Sono ormai 5 i giorni in cui i minatori della CarboSulcis, a Gonnesa, occupano i pozzi di Nuraxi Figus. La protesta dei lavoratori nasce dalla richiesta di sbloccare il progetto di rilancio della miniera con la produzione di energia pulita dal carbone. Questo porterebbe all’inevitabile chiusura della suddetta CarboSulcis, mettendo in serie difficoltà i lavoratori che per molti anni hanno passato gran parte della loro vita nelle viscere della terra, a circa -400 m.
Ricordiamo che il bacino carbonifero del Sulcis è una zona mineraria situata in Sardegna, a Sud-Ovest e precisamente nell’ Alto Sulcis, tra i comuni di Carbonia, Gonnesa e Portoscuso.
Il Sottosegretario allo sviluppo economico De Vincenti ha tenuto a precisare che non è certa la chiusura della miniera, prefissata alla fine di dicembre 2012. Ad ogni modo sottolinea che la decisione spetta esclusivamente alla regione Sardegna, in quanto proprietaria al 100% della CarboSulcis, ma non esclude un “piano B” e soluzioni alternative, in complemento con il governo Monti. E proprio quest’ultimo esprime tutta la sua solidarietà per i minatori in protesta e per il momento critico che stanno attraversando, ammirandone la forza e comprendendo la loro voglia di lottare per qualcosa a cui hanno dedicato gran parte della loro vita. I lavoratori occupanti si definiscono pronti a tutto e non manca provocazione nel loro accompagnare tal affermazione al gesto di indicare la “riservetta”, una stanza blindata in cui son custoditi circa 700 kg di esplosivo e 1.221 detonatori. Nervosismo e disperazione fanno da padroni.
La tensione all’interno della profonda miniera, sembra si possa tangere. Ieri, durante una rassegna stampa, uno dei leader della protesta ha commesso l’efferato gesto di tagliarsi un polso con un coltello estratto improvvisamente dalla tuta. Questa reazione autolesionista ha scosso tutti, giornalisti e minatori stessi, i quali hanno bloccato il loro collega e mantenuto durante la sua perdita di conoscenza. Il minatore autoferito, tal Stefano Meletti, è ora in ospedale e le sue condizioni sono buone. Nonostante la ferita ampia, se l’è cavata con 10 punti di sutura. Ma è la sua salute mentale a preoccupare, ora. Un crollo di nervi che nessuno si attendeva e che obbliga Meletti a restare in ospedale per ulteriori osservazioni da parte dei medici. Dopo questo accadimento si è deciso di far uscire dalla miniera i cronisti ed i giornalisti tutti, riportandoli in superficie tramite un ascensore che ha ridato loro luce e aria dell’esterno.
Si attende con ansia l’incontro tra i rappresentanti sindacali, quelli della Regione Sardegna e quelli del Ministero dello sviluppo economico, che avrà luogo domani 31 agosto a Roma. Si deciderà così la sorte dell’ultima miniera di carbone presente in Italia e, inevitabilmente, dei numerosi minatori che hanno donato alla CarboSulcis tutto il loro tempo, che sia per passione, professionalità o amore per la propria terra.
La Redazione
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