Verso la fine degli anni 50 la televisione italiana mandava in onda un programma pubblicitario di nome Carosello, dove campeggiavano alcuni personaggi poi diventati storici, che facevano i testimonial di prodotti di largo consumo. Tra questi c’era un pulcino nero di nome Calimero il quale era convinto che il mondo c’è l’aveva con lui solo perchè era piccolo e nero, poi qualcuno lo prendeva e lo immergeva in un bagno di sapone e Calimero scopriva di non essere nero ma solo sporco.
Silvio Berlusconi oggi mi ricorda quel pulcino, come Calimero è convinto che il mondo è contro di lui e non si rende conto che basterebbe un bel bagno in una vasca di umiltà per scoprire che in fondo se è vero che è innocente basterebbe farsi processare per tornare lindo e puro come il nostro pulcino.
Che ci sia stato in questi anni un vero e proprio accanimento contro la sua persona è fuori luogo ma è pur vero che non ha mai fatto niente per evitare che ciò accadesse, anzi come nel caso delle minorenni di Arcore sembra quasi che abbia voluto sfidare il mondo dicendo fatemi vedere se avete il coraggio di processarmi, inoltre la telefonata fatta in prima persona in questura dicendo che la giovane minorenne Karim fosse nipote dell’ex presidente egiziano sa proprio di follia. Perche vedete io posso anche credere che lo abbia fatto in buona fede ma non potrò mai credere che veramente ci credesse altrimenti devo pensare che un bischero governa questo Paese e allora se è cosi è meglio che si ritiri nelle ville di Antigua, tutti siamo utili se lo vogliamo ma nessuno è veramente indispensabile.
Ora si ritrova con un rinvio a giudizio con rito immediato per concussione e prostituzione minorile,non so se sta capendo dove si è messo ma questa storia potrebbe finire molto male per lui e per tutti quelli che in lui hanno creduto. Il codice di procedura penale prevede che in caso di giudizio immediato – rito speciale caratterizzato dalla mancanza dell’udienza preliminare e a cui si ricorre quando c’è l’evidenza della prova – l’imputato abbia 15 giorni di tempo dalla notifica del decreto per chiedere il giudizio abbreviato, il patteggiamento o di essere sottoposto al processo ordinario.
Il giudizio abbreviato Si celebra in camera di consiglio, cioè a porte chiuse, e in caso di condanna comporta la riduzione di un terzo della pena. La decisione, però, viene presa sulla base di quanto è stato raccolto dalla procura e dai difensori con le proprie indagini. È però possibile chiedere questo rito ponendo condizioni, come per esempio l’assunzione di determinati testimoni.
Il patteggiamento Consiste nell’applicazione della pena su richiesta delle parti. Si traduce in sostanza in un’ammissione da parte dell’imputato dei fatti che gli sono contestati. Comporterebbe l’esclusione delle pene accessorie e in questo caso l’interdizione dai pubblici uffici. Sarebbe la fine del Cavaliere e della sua corte.
Il processo ordinario L’ipotesi più accreditata, ma che non esclude sorprese. La prima udienza, infatti, potrebbe slittare se i difensori del presidente del Consiglio facessero valere il legittimo impedimento, magari per la convocazione concomitante di un Consiglio dei ministri. Dopo la recente sentenza della Consulta ora l’impedimento del premier a comparire in giudizio va valutato nel concreto dai giudici, ma comunque potrebbe essere riproposto nelle varie udienze del processo. Solo nella fase iniziale, e dunque prima dell’apertura del dibattimento, i legali di Berlusconi potrebbero invece sollevare le eccezioni sulla competenza del tribunale di Milano a giudicare il premier: sostenendo come hanno già fatto che l’unico soggetto “titolato” è il tribunale dei ministri per quanto riguarda la concussione, e il tribunale di Monza per la prostituzione minorile. La Camera dei deputati ha infatti escluso la competenza della procura di Milano. Solo nella fase iniziale del processo gli avvocati del premier potrebbero inoltre contestare la correttezza dell’operato del gip nel valutare la sussistenza dell’evidenza della prova sulla base della quale è stato disposto il giudizio immediato.
Se dovesse finire cosi mi dispiacerebbe solo di averlo votato da quando è apparso sulla scena politica italiana, di lui e di Fini, in una recente intervista Gelli ha detto:
«La sua politica non mi piace. Si è dimostrato un debole, ha paura della minoranza e non fa valere il potere che il popolo gli ha dato. Oggi il Paese è in una fase di stallo. Molto pericolosa. Berlusconi è stato troppo goliardico, avrebbe dovuto dedicare più tempo ad altri incontri, ad altre cene» e su Fini «È un uomo senza carattere».
Branca Vincenzo
Riproduzione Riservata ®