Oggi YouTube compie 6 anni. Era il 15 Febbraio del 2005 quando i tre fondatori di YouTube, gli allora sconosciuti Chad Hurley (29 anni), Steve Chen (27 anni) e Jawed Karim (26 anni) – oggi rispettivamente amministratore delegato, direttore tecnico e consigliere – ex dipendenti di PayPal, risolsero il problema di condividere, in un modo semplice, i video in rete.
Qualche mese più tardi, il 23 Aprile alle ore 20:37, i tre inventori della piattaforma di video-sharing oggi più famosa al mondo pubblicarono sul portale il primo video, di 19 secondi, dal titolo “Me at the zoo”, girato di fronte alla gabbia degli elefanti dello zoo di San Diego; questa semplice operazione è stata capace di rivoluzionare per sempre il web, consentendo a chiunque di caricare i propri filmati amatoriali in rete. In una lettera i tre fondatori affermano di essere partiti dall’idea di dar vita a un luogo dove chiunque fosse dotato di una videocamera e una connessione a Internet, potesse condividere una storia con il resto del mondo. Dopo un anno e qualche giorno, nel 2006, YouTube fu comprato in azioni da Google ad una cifra da capogiro pari a 1,65 milioni di dollari, divenendo il sito web con il maggior tasso di crescita. E’ presente in 23 paesi, riuscendo perfino ad aggirare la censura in Cina, Egitto e Iran. A partire dal Giugno 2007 le sue pagine vengono tradotte in 24 lingue, e circa il 70% del suo traffico quotidiano viene registrato al di fuori della “madrepatria”, gli Stati Uniti. Youtube rappresenta il terzo sito più visitato in tutto il mondo dopo Google e Facebook, con 20 milioni di visitatori al mese e la visualizzazione di oltre 2 miliardi di video al giorno in tutto il mondo; se si volessero visionare le centinaia di milioni di video presenti attualmente sulla piattaforma servirebbero circa 1.700 anni.
La maggior parte dei contenuti su YouTube viene caricata dai singoli utenti, anche se molte società dei media quali CBS, BBC e VEVO offrono parte del loro materiale sulla piattaforma. Non ci sono grandi limiti nella possibilità di inserire video e convertirli in altri formati: YouTube pone come limite 15 minuti per la durata dei video e un peso non superiore ai 2 GB. Ci sono delle linee guida da seguire, che tuttavia non sempre vengono rispettate dai suoi utenti, provocando non pochi grattacapi a Google soprattutto, nel campo della violazione del copyright. Infatti, a fianco dei filmati amatoriali, spesso vengono aggiunti sulla piattaforma spezzoni di trasmissioni televisive, pezzi di concerti, videoclip musicali e filmati ritraenti soggetti del tutto ignari della loro pubblica e spesso dannosa visibilità. Per evitare le numerose cause per violazione del copyright Youtube ha così attivato nel 2006 un potente filtro sia in entrata sia in uscita, filtro che ha portato alla cancellazione di oltre 100 mila video che aggiravano il copyright, ed alla sospensione degli account degli utenti che abusavano maggiormente del sistema, caricando o scaricando video che violavano le leggi sul diritto d’autore. Nonostante ciò, il sito è stato citato per più di 1 miliardo di dollari dall’americana Viacom, che ha denunciato oltre 160 mila contenuti video, di proprio copyright, diffusi e distribuiti on-line da YouTube senza permesso. In Italia invece è stata la Mediaset ad intraprendere una battaglia legale contro la piattaforma, con la richiesta di un risarcimento pari a 500 milioni di euro per la diffusione illecita di video tratti dai propri programmi televisivi.
Piccola curiosità: il video più visualizzato nella storia di YouTube è “Charlie bit my finger again!”, cliccato oltre 160 milioni e 151mila volte. Nel video si vede un bambino piccolissimo che si diverte a mordere il dito del fratellino più grande. Una divertentissima quanto banale scena di vita quotidiana, a testimonianza del fatto che, violazioni del copyright a parte, lo scopo principale della piattaforma resta quello di “condividere” con gli altri piccoli, apparentemente insignificanti, frammenti della propria esistenza, lasciando una traccia di sé nella rete e, soprattutto, divertendosi.
Simona Esposito
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