YEREVAN – Un Prandelli concentratissimo ha spiegato tutti gli aspetti di questa vigilia di Armenia-Italia.
Prandelli, dopo le difficoltà di settembre, che Italia dovremo aspettarci?
«Sicuramente una squadra consapevole del fatto che ci stiamo giocando tanto. Dovremo tenere un ritmo alto, a servizio della nostra qualità. Niente ritmi bassi contro un’Armenia tecnicamente interessante».
Non sarà una passeggiata…
«Sarà una partita difficile, serviranno gli equilibri giusti. Sapete, siamo quelli da battere, ora, ma sono relativamente tranquillo per come ci siamo preparati in questi giorni».
Il vostro resta un girone di qualificazione particolarmente complicato
«Non ho paura di questo girone. Ma bisogna rendersi conto tutti di quello che ci aspetta: dobbiamo tutti ritrovare il rispetto della squadra avversaria».
L’Armenia in questo senso che avversario è?
«In crescita, con un allenatore che cura il gioco offensivo, una squadra moderna, capace di alzare il ritmo durante il match, con giocatori emergenti soprattutto in avanti».
In attacco lei ritrova Balotelli, dopo l’Europeo
«Abbiamo parlato molto in questi giorni, di posizioni, di distanze tra i reparti, di situazioni di gioco. Solo di calcio, non di altro. Si è allenato con concentrazione. Quella non la trovi in partita se non sei preparato: dunque è un buon elemento per avere fiducia in lui».
De Rossi ha voglia di reagire?
«Daniele come gli altri è arrivato con piglio diverso come tutti. I ragazzi sono consapevoli che queste sono partite della svolta. Da subito c’è stata la sensazione di grande voglia di fare bene, nelle partitelle, negli allenamenti».
Allenamenti differenziati per gli juventini…
«Ecco le polemiche che non esistono, le storie inventate, che fanno male. Da sempre io ai miei dico: venite con i compiti da fare, lunedì e martedì sono due giorni dedicati a questo lavoro, per cui grazie a questa idea siamo avvantaggiati negli allenamenti non programmati. Poi dopo tocca a me scegliere».
Lei continua a scegliere coppie d’attaccanti diverse
«La strada è quella di far crescere i giovani, se questa è la decima coppia non ha importanza, conta la coppia o il tridente nel futuro, che verrà. Quello che è importante è la ricerca del meglio».
Dopo Abete, può spiegarci il recupero di Ranocchia, oltre a quello di Criscito
«Il presidente ha risposto in modo perfetto. Se uno gioca non club, Ranocchia come altri indagati, perché dobbiamo condannarli noi prima del giudizio?».
Intanto dopo tanto tempo, l’Italia torna ad avere sei azzurri in corsa per il Pallone d’oro: significa che ora dobbiamo ripartire da Italia-Germania?
«E’ stata la cavalcata che ci ha portato in semifinale la cosa importante. Lì è stato il top, ma le precedenti partite ci hanno dato la forza per esprimerci al meglio. Dunque, dobbiamo ripartire dal lavoro che ci ha portato alla finale di Euro 2012».
Ultima cosa, da fiorentino d’adozione: secondo Marchionne Firenze è una piccola città povera?
«Io vorrei parlare di calcio. Io vivo a Firenze: per me è una città meravigliosa».
Fonte: corrieredellosport. it
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