La Juventus resta la squadra da battere di questo campionato. Lo conferma il 2-0 con cui supera il Napoli in uno Juventus Stadium gremito. Decidono le reti nel finale di Caceres e Pogba. E se ci si chiedeva se questa Juve, con la Champions gradito impegno supplementare, rispetto alla passata stagione, potesse pagare la fatica in campionato è arrivata una prima risposta, nella partita più attesa, che metteva di fronte le due capolista: un secco no. Perché la rosa è stata rinforzata, e le riserve sanno fare la differenza, anche subentrando a gara in corso. Pogba in particolare è un ragazzino di cui sentiremo parlare parecchio. E i cambi in questa gara hanno fatto la differenza, compreso quello di Matri. Merito di Conte e Alessio. La gara non è stata granché, giocata più con i nervi che con i piedi. Col timore di fare una mossa falsa che ha avuto la meglio sull’osare. Con tanta intensità, e parecchie botte che hanno prevalso sul bel gioco. Il Napoli non esce ridimensionato, ma forse serviva un pizzico di coraggio in più: si è accontentato troppo presto del pari ed ha finito per perdere.
TANTA INTENSITA’, POCO GIOCO — E’ il sunto del primo tempo. Le squadre giocano corte, e hanno moduli simili, si neutralizzano a vicenda. Si gioca tanto, e si picchia altrettanto, a centrocampo. Ma le verticalizzazioni sono poche, così come gli spazi per le ripartenze, ricercate dal Napoli, ma non concesse dalla Juve. Che fa la partita, ma meno di quanto ci si potesse immaginare: a fine primo tempo il possesso palla vede a sorpresa il Napoli con un lieve vantaggio, attestato sul 51%. Ai bianconeri manca Vucinic (influenza): non è certo un esempio di costanza, ma con le sue invenzioni può creare la superiorità numerica. La verve di Giovinco, molto tonico anche se non sempre lucidissimo, talvolta corre persino più veloce della palla, rinfranca Conte e Alessio, appena tornato in panchina, dopo la squalifica: la Formica Atomica impegna De Sanctis con un destro insidioso già al pronti-via. Cavani ristabilisce la parità nel conto delle occasioni: colpisce l’incrocio dei pali su punizione da sinistra con uno splendido destro a girare. Storari, sostituto dell’infortunato Buffon, era battuto. La partita è nervosa, intensa. Non bella. Damato subisce le proteste di giocatori e pubblico, di entrambe le parti, ad ogni fischio. E ne sbaglia più d’uno. La curva Sud bianconera attacca pure Cassano, reo di aver tacciato i giocatori della Juve di essere “soldatini”. Sul finale di tempo sinistro di Marchisio, deviato in angolo da De Sanctis. Ma all’intervallo è 0-0.
DENTRO MATRI — Il secondo tempo è tensione, calci, equilibrio, nessuna voglia di scoprirsi, ché è l’ottava di giornata di campionato. Inutile tentare già il tutto per tutto. C’è una girata di destro di poco larga di Giovinco. Poi esce Quagliarella, fuori partita, forse l’ha sentita troppo, dentro Matri. C’è lo splendido lancio di Pirlo per Matri, cui non riesce la deviazione volante, avrebbe dovuto fare come Balotelli con la Danimarca, davanti a De Sanctis.
UNO-DUE JUVE — I cambi della Juve danno tutti i loro frutti. Matri dà profondità. Caceres e Pogba, subentrati a Asamoah (acciaccato) e Vidal, fanno gol. L’uruguaiano di testa, a 10’ dalla fine, sul corner di Pirlo (errore in marcatura del Napoli che si “dimentica” il nuovo entrato), il francesino subito dopo con un sinistro al volo da fuori area: chapeau. La Juve esonda. E vince. Porta a 47 i risultati utili consecutivi in campionato e stacca il Napoli di tre punti. Finisce con lo Juventus Stadium che urla forte “Salutate la capolista”. Un coro che non ammette repliche.
Fonte: Gazzeetta.it
Riproduzione Riservata ®