Se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire. E noi donne ne sappiamo qualcosa sulla veridicità di questa affermazione. Ogni giorno ci sottoponiamo a trattamenti assurdi. Iniziamo la mattina con doccia e scrub viso/corpo, creme e cremine varie picchiettando delicatamente in alcuni punti e massaggiando energicamente in altri. E poi esercizi “on the road” quando camminiamo, con addominali e glutei contratti, in giro per la città o prima di arrivare a lavoro. Non ci facciamo mancare diete estremamente povere di calorie e “beveroni” per favorire la diuresi, oltre a ore in palestra e in piscina per concederci un “fuori programma” alimentare di tanto in tanto.
E quando tutto questo non basta per avere un corpo all’altezza delle nostre aspettative? Ecco che, nelle ventiquattro ore di trattamenti attivi e passivi continui, riusciamo a trovare tempo anche per quelli estetici in centri specializzati. Purtroppo una dieta controllata, ricca di frutta e verdura fresche, non basta ad eliminare i fastidiosi inestetismi della cellulite. La palestra aiuta a distendere la pelle tonificando i tessuti, ma non elimina il problema. Anche la rigorosa regola del bere almeno due litri di acqua povera di sodio al giorno confluisce nella risoluzione di alcuni fastidi, ma non di tutti. Due sono le filosofie accreditate. C’è quel filone secondo cui tutto quello appena elencato basta per modellare il corpo in base alle nostre aspettative. E poi esiste la “teoria dell’esteta”: palestra, dieta, trattamenti amatoriali e medicina estetica.
Numerose le terapie, soprattutto anticellulitiche, da poter programmare con gli specialisti. Il più delle volte vengono associate tra loro per un risultato più evidente e duraturo. Purtroppo la cellulite è una “malattia” sia da un punto di vista medico, sia, per molte donne, da un punto di vista mentale. Si tratta di una patologia conosciuta anche come P.E.F., ovvero Panniculopatia Edemato-Fibrosclerotica, e ha tre stadi in base alla gravità. Esiste la cellulite compatta, la flaccida e l’edematosa (conseguenza della prima). Diverse le cause associabili: fattori ormonali, stress, ereditarietà, cattiva circolazione del sangue dovuta anche all’uso improprio di determinati tipi di calzature e di un vestiario eccessivamente stretto che, comprimendo, ostacola il giusto afflusso sanguigno e linfatico. Diversi sono i metodi per combattere questo inestetismo: alla base c’è un massaggio drenante che aiuta la circolazione; conosciuta anche l’elettrolipolisi attraverso la quale è possibile ridurre la circonferenza (in maniera significativa delle cosce) grazie all’uso di correnti a basso voltaggio. Stesso sistema è utilizzato per la ionoforesi con l’aggiunta di farmaci specifici quali, ad esempio, l’aminofillina, la carnitine e l’escina. Un metodo indicato per la seconda tipologia descritta è la laser-terapia, che non comporta alcuna controindicazione. Di contro c’è la mesoterapia. L’utilizzo di siringhe per microinfiltrazioni di farmaci la rende più dolorosa rispetto a quelle descritte finora, ma l’associazione di quest’ultima al linfodrenaggio e all’ozonoterapia (infiltrazione di ozono nelle aree localizzate) la rende efficace per un ottimo risultato.
In voga ultimamente ci sono tre metodi: pressoterapia, cavitazione e lpg. La prima è indicativa per un’insufficienza linfatica e venosa di entità più importante. È un trattamento che non comporta dolore, ma solo pazienza, visto che le sedute durano, in media, quaranta minuti. La cavitazione, invece, aiuta a ridurre il grasso che viene assorbito dal sistema linfatico ed eliminato direttamente dal corpo attraverso l’urina. Effetti collaterali di lieve entità si manifestano con una sensazione di torpore e di calore, nonché lievi edemi. Il trattamento lpg consiste invece nell’aspirazione delicata della pelle che produce l’arrotolamento e lo srotolamento di quest’ultima. Praticata da dieci anni, facilita l’eliminazione delle tossine e aiuta la circolazione linfatica e venosa. Determina anche un rassodamento cutaneo e un rimodellamento del corpo.
Casi estremi comportano infine la lipoaspirazione e la liposcultura, nonché la liposuzione. Si tratta di interventi di chirurgia estetica a tutti gli effetti: vengono infatti praticate delle microincisioni, eseguite in anestesia locale, attraverso le quali aspirare l’adipe grazie all’uso di cannule collegate a macchinari. Numerose anche le controindicazioni per questa tipologia di trattamenti, i cui risultati sono a lungo termine (ma non per sempre), ma che comportano anche numerose limitazioni per quanto concerne la dieta alimentare. Va bene soffrire per migliorare il proprio corpo e rinvigorire l’autostima e l’accettazione di se stesse, ma non bisogna eccedere, rischiando di scivolare nell’ossessione, quando intervenire non è necessario da un punto di vista medico.
Roberta Santoro
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