Chi sono i ribelli libici? Che volto hanno? Dove si concentrano? Da diversi giorni si parla di queste persone, si sa che sono accampati ad est del paese e che la loro capitale di riferimento è Beghazi. Gente sconosciuta fino a qualche settimane fa e che ora si trova improvvisamente al centro delle attenzioni dei paesi europei primo fra tutti la Francia che attraverso Nicolas Sarkozy ha riconosciuto ufficialmente la delegazione dei ribelli e il consiglio Nazionale di transizione, l’organo rappresentativo in cui si sono organizzati i ribelli, è stato denominato come unico interlocutore in Libia. Inoltre oggi, una delegazione del Consiglio è stata vista a Parigi da Hillary Clinton, segretario di stato americano.
Nel ruolo di leader del Consiglio di transizione è stato eletto Mustafa Abdul Jalil, già ministro della giustizia di Gheddafi. Jalil ha dato le dimissioni il mese scorso a causa “dell’eccesso di brutalità” usata dalle forze del raìs nel reprimere i ribelli. Sulla sua testa pende una taglia di mezzo milione di dinari, circa 410,000 dollari, e poco meno della metà per informazioni utili che possono portare alla sua cattura. Ha confessato che è stato Ghaddafi stesso ha ordinare la strage di Lockerbie del 1988 dove morirono i 270 passeggeri del volo Pan Am 103.
Alla vicepresidenza del Consiglio è stato scelto Abdel Hafiz Ghoqa, ex rappresentate di Benghazi presso il governo di Tripoli. Ghoqa è un avvocato specializzato nei diritti umani ed è stato presidente dell’albo degli avvocati. E’ stato arrestato il diciannove febbraio e rilasciato poco dopo. E’ considerato un “ribelle della prima ora” data il suo ruolo all’interno di un gruppo di attivisti democratici che operavano in Libia prima ancora prima dell’inizio delle violenze. Ali Al Issawi è stato un ministro dell’Economia e all’inizio degli scontri ricopriva il ruolo di ambasciatore libico in India, incarico da cui di è dimesso per protestare contro “le violenza impartite ai civili da parte del governo e dei mercenari”. L’ex ministro del Tesoro tentò di dimettersi già nel 2008, gesto che ha reso Issawi molto stimato all’interno del movimento. Nel Consiglio di transizione si occupa di politica estera ed ha fatto parte della delegazione riconosciuta dalla Francia il 10 marzo scorso.
Omar al Hariri è il capo militare dell’organizzazione dei ribelli. E’ un uomo della vecchia guardia di Gheddafi, ha partecipato al colpo di stato che portò il raìs al potere nel 1969. Già nel 1975 al Hariri partecipò a un tentativo di colpo di stato, poi fallito, contro il colonnello. Fu inizialmente condannato a morte ma in seguito la sentenza fu rivista ed al Hariri condannato agli arresti domiciliari nella città di Tobruk a est del paese. Ha preso parte al movimento dei ribelli dal loro inizio.
L’avanzata delle forze di Muammar Gheddafi continua, destinazione Bengasi, mentre il colonnello mostra in tv un ribelle pentito, ipotizzando per lui e per chi si pente un’amnistia. Dalla loro roccaforte i rivoltosi rispondono che andranno fino alla fine, e la comunità internazionale, così riluttante a riconoscerli come interlocutori, inizia ad aprirsi a missioni diplomatiche alla luce del sole per prendere i contatti. Ma il tempo stringe, le navi cariche di rifugiati sono partite verso l’Italia, una è stata fermata su richiesta del Viminale, ma fonti dicono che in viaggio ce ne sono altre ventuno: e ora che sul campo Gheddafi mostra tutta la sua forza – non l’aveva mai persa, in realtà – la diplomazia deve trovare altri strumenti di pressione. Di certo c’è che l’obiettivo principale è capire chi sono i ribelli, e che cosa vogliono (oltre alla fine del regime di Gheddafi). I segnali sono contraddittori, alcuni chiedono un intervento, come il leader più conosciuto all’estero, l’ex ministro Mustafa Abdul Jalil, altri un sostegno umanitario e militare (armi), tutti guardano all’Europa come interlocutore principale e soprattutto tutti ci tengono a sottolineare – in modo tanto enfatico da risultare quasi sospetto – che al Qaida non c’è in Libia e che l’estremismo islamico è un’invenzione di Gheddafi.
Vincenzo Branca
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