Tre, il numero perfetto. Il numero divino: Padre, Figlio e Spirito santo. Il numero magico, così come recita una famosa pubblicità “Three is a magic number”.
Sembra proprio che teologia, scaramanzia e antropologia conferiscano a questo numero un valore di assoluta importanza. Dal punto di vista esoterico, il numero tre è fondamentale. Si trova sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, difatti nella Bibbia, le parti del Tempio sono tre così come i figli di Noè, i giorni delle tenebre in Egitto prima dell’esodo e i giorni che Giona visse nella balena.
Il triangolo, raffigurazione geometrica del numero tre, rappresenta la nascita, lo zenit, e il tramonto.
E quando si parla, di antropologia, scaramanzia, teologia ed esoterismo tutti mischiati in un’unica salsa, come non si può parlare di Napoli (e del Napoli), che fa del sacro e del profano la propria prerogativa?
Lavezzi, Cavani ed Hamsik sono tre e rappresentano la triade perfetta, o quasi, che conferisce al Napoli quella forza che attualmente gli consente di essere la terza potenza del campionato.
Il numero tre che torna. Tre, come i gol che il Napoli ha rifilato al Parma col ritorno di Lavezzi. Il mosaico che torna a comporsi: da Marekiaro, al Matador e al Pocho.
Tre, come le competizioni per cui il Napoli lottava prima che il trio fosse “sciolto” parzialmente dalla squalifica del giudice Tosel a Ezequiel Lavezzi in campionato, e dalle scelte di Mister Mazzarri in Europa League.
Un trio che non può essere diviso. Singolarmente ottimi calciatori, ma che quando giocano assieme, si completano, diventano una sola forza. Il segreto del Napoli sono loro.
I risultati dimostrano quanto detto: Cavani è secondo in classifica marcatori, il Pocho è terzo nella graduatoria degli assist e Hamsik è uno dei centrocampisti più prolifici del campionato.
Ma la cabala del tre non si limita al solo reparto offensivo.
Difatti il reparto difensivo composto da TRE difensori, guarda caso, vanta la TERZA miglior difesa del campionato.
E come non considerare il pacchetto dirigenziale: De Laurentiis, Fassone e Bigon. Ovvero: presidente, direttore generale e direttore sportivo… ed anche qui il numero torna.
Sembra incredibile, ma i numeri dicono proprio così. E come diceva il maestro Tosatti “in una scienza inesatta quale il calcio, l’unico dato inappellabile, a cui si può dar conto per elaborare statistiche, son proprio i numeri”. E i numeri in questo momento parlano di una squadra terza in classifica, con la terza miglior difesa, composta a sua volta da tre difensori e da un attacco composto dai tre calciatori suddetti.
La riflessione viene spontanea: gli azzurri hanno vinto due scudetti ed il terzo sarebbe il raggiungimento del numero perfetto: il numero tre.
Che sia questa la stagione per arrivare al mitico numero?
Affidiamo a San Gennaro stavolta l’arduo compito di completare l’opera. Del resto gli scudetti son due, con la mano del Santo Patrono si raggiungerebbe il tanto agognato numero 3 che farebbe tornare a splendere la nostra cara vecchia città.
Marco Branca
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