Il 21 Marzo è iniziata la primavera e con essa il rifiorire della vita. Con questa stagione, infatti, tutto fiorisce, si ha il risveglio dei sensi che aprono le porte del cuore favorendo lo sbocciare di nuovi amori e flirt. Sin dall’antichità, scrittori e poeti hanno cantato della dolce stagione primaverile inneggiando all’amore. Tutto riprende vita grazie al cambio di stagione che agisce favorevolmente sul tono dell’umore e sull’assetto ormonale. Le giornate sono più lunghe, le ore di luce aumentano, così come le temperature. Si esce di più, lo stress diminuisce e i valori di dopamina e serotonina (gli ormoni che regolano l’umore) e quelli del testosterone e dei feromoni (ormoni della sessualità) crescono, mentre il bioritmo si rivitalizza. Le conseguenze sono immediate: olfatto, tatto, udito, gusto e vista vengono stimolati.
Il corpo di ogni essere vivente è soggetto a determinate fluttuazioni stagionali. Questa è un’oscillazione dei processi intracellulari: tutti siamo composti di cellule e, naturalmente, queste hanno i propri processi, che cambiano nel tempo, a seguito del nostro orologio biologico. I cambiamenti stagionali hanno un rapporto diretto con questo orologio biologico. Questi cambiamenti influenzano non solo i processi cellulari, ma anche i processi più globali, psicologici ed emotivi, di rilevanza per l’organismo nel suo complesso. Le variazioni stagionali provocano dei cambiamenti che sono dovuti ai meccanismi di adattamento; questi sono simili in ogni individuo, quel che differenzia un individuo da un altro è il comportamento personale, ossia il modo in cui reagisce agli sbalzi ormonali e il modo in cui questi si manifestano.
Gli scienziati hanno scoperto che con il cambio di stagione, la retina, la parte dell’occhio collegata al cervello attraverso il nervo ottico, reagisce alle variazioni della luce, stimolando dei cambiamenti ormonali. Secondo i biologi evoluzionisti, i nostri corpi sono programmati proprio per essere più attivi quando il livello di ormoni cambia all’aumentare della luce. La luce, infatti, influisce sull’epifisi, ghiandola del sistema nervoso centrale che produce la melatonina: una maggiore illuminazione blocca il rilascio di melatonina e libera, invece, gli ormoni sessuali, la seratonina. La luce, quindi, è una delle ragioni principali che portano ad innamorarsi con più frequenza proprio in primavera grazie al sue effetto euforizzante e antidepressivo. Anche la capacità olfattiva che si riattiva in primavera svolge un ruolo importante nell’innamoramento: il profumo della pelle e la sua composizione di feromoni hanno un potente effetto nel governare le nostre reazioni istintive di fronte a un’altra persona o situazione. Con il caldo si aprono i pori, in più, la pelle scoperta consente di liberare più feromoni, sostanze chimiche capaci di attivare l’attrazione sessuale tra membri della stessa specie. Nelle narici si forma un enzima che ci permette di riconoscere il sesso opposto attraverso l’olfatto, e di esserne attratti fisicamente. Questa sorta di ormone prodotto dal nostro organismo trasmette degli impulsi al cervello che fluiscono fino ai nostri organi sessuali. L’amigdala, ghiandola del cervello, collega ogni emozione sensoriale con la memoria, attivando così la simpatia, la voglia di vicinanza, la confidenza, la diffidenza e l’antipatia, in base al nostro passato e alle sensazioni più o meno piacevoli che abbiamo vissuto. Viene stimolata la vista e si percepisce di più l’estetica della persona, si presta attenzione al linguaggio non verbale: come l’altro si esprime, sorride, gesticola, stabilendo in questo modo un primo livello di simpatia o antipatia. E sono proprio questi i primi fattori che entrano in gioco quando si conosce una nuova persona: la bellezza, la simpatia, la somiglianza e il ricevere apprezzamenti.
Questi cambiamenti ormonali si presentano in tutti gli esseri viventi, anche negli uccelli, basti pensare all’intensificarsi del loro cinguettio. Un team di scienziati del Roslin Institute (Scozia) e della Nagoya University (Giappone) ha studiato questi cambiamenti nelle quaglie giapponesi (Coturnix japonica) e ne ha spiegato il meccanismo. I ricercatori hanno scoperto che questa specie ha un’innata capacità di secernere specifici ormoni solo quando il sole inizia a fare capolino. Grazie a una moderna tecnologia che ha permesso l’analisi contemporanea di 28mila geni, gli studiosi hanno identificato quelli influenzati dall’ambiente e in particolare dalla luce primaverile. Con la primavera, questi geni presenti sulla superficie cerebrale vengono attivati, e con loro l’emissione di un ormone che stimola una reazione a catena che coinvolge la tiroide e, indirettamente, l’ipofisi. Stimolata, questa produce gonadotropine, gli ormoni sessuali alla base delle “velleità amorose” e canore di tutti i volatili. Uno studio condotto da un gruppo di cronobiologi coordinati dal francese A. Reinberg ha dimostrato una correlazione tra le spinte ormonali di desiderio sessuale al sopraggiungere della Primavera, in relazione al fatto che il livelli ormonali sessuali e di conseguenza il numero di rapporti sessuali, variano aumentando in intensità propriamente sotto l’influenza di tali stagioni. La primavera, quindi, è un occasione per tutti per fare pazzie amorose ed i single, se sapranno sfruttare al meglio questo periodo, troveranno l’amore della loro vita, l’importante è lasciarsi trasportare dai propri sensi.
Simona Esposito
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