E che Leader of Change 2012 sia. Livia Giuggioli Firth, fondatrice del Green Carpet Challenge, ha vinto il riconoscimento assegnato dalla Foundation for Social Change. Ha raggiunto così la politica internazionale affascinando le Nazioni Unite, attraverso un percorso nato da un’idea – quella della moda etica. Italianissima – di genitori toscani – ha da sempre impiegato il suo tempo nell’attenzione verso gli altri. Insieme al marito, nonché attore Colin, sostiene le donne in povertà grazie al progetto “The circle”, ideato da Annie Lennox nel 2008 e portata nel nostro Paese dalla toscana Livia. Numerosi gli appuntamenti in programma che vedranno la partecipazione della cantante e di “special guest” in favore della causa.
Il Green Carpet Challange è una sfida nata dall’iniziativa di aiutare il pianeta con piccoli gesti. In virtù di direttrice creativa di Ego Age, Livia Firth ha sviluppato una partnership con le grandi griffe e le prestigiose maison per realizzare la sua passerella green. Da Gucci a Valentine Gauthier, gli stilisti firmano abbigliamento e accessori in versione ecologica. Ma non deve trarre in inganno. Eco Age ha una visione ben più ampia. Il suo green carpet non è solo moda, ma anche cibo e cultura in generale. Il riconoscimento Leader of Change 2012 è stato – dal momento in cui le è stato assegnato – un trampolino di lancio per riunire le figure chiave del mondo della moda come American Vogue, Gucci, Vogue Italia, ed altri «nomi dai più influenti giornali ai più grandi brand per discutere dei veri problemi che la moda etica rappresenta ci dà un vero slancio. Questa è la prima di altre numerose iniziative e collaborazioni del GCC che saranno annunciate nei prossimi mesi». Queste le parole della vincitrice – insieme al suo team – del prestigioso riconoscimento; «ricevere questo premio è un grande onore e un incredibile riconoscimento di tutto quello che il Green Carpet Challange ha raccolto fino ad ora. La Foundation for Social Change si accosta perfettamente con i valori del GCC. Noi crediamo appassionatamente nel mettere la giustizia ambientale e sociale sulla stessa piattaforma con la produzione e il design a livello mondiale».
E il successo è arrivato da solo. Secondo quanto riferito dalla stessa direttrice creativa «gli stilisti sono felici di partecipare, per loro è eccitante e divertente lavorare su materiali che prima non conoscevano. Valentino e Giorgio Armani usano il poliestere che sembra seta. Invece deriva dalle bottiglie di plastica riciclate. Meryl Streep è andata a ritirare l’Oscar con un vestito di Lanvin riciclato, abbiamo identificato 500 materiali ecologici che adesso sono vestiti nel guardaroba di Cameron Diaz e di Julianne Moore. Javier Bardem alla prima mondiale di “Skyfall” ha messo uno smoking ecologico griffato Gucci. E poi tinture naturali, lane biologiche anallergiche».
Sta diventando tutto ecologico. Dal vestito alla casa. La nostra quotidianità ha il marchio “Eco” ovunque, se solo questo bastasse. Troppa pubblicità dietro queste iniziative, troppi contatti con la realtà che hanno reso necessari questi progetti e interventi drastici per salvaguardare il pianeta…o forse è più giusto dire per “salvare il salvabile” dopo tutte le speculazioni dei privati e dei governi. Ma nulla da dire. Un plauso a Livia Giuggioli Firth e al suo Green Carpet Challenge – una goccia in mezzo al mare -, ma pur sempre una goccia di speranza in più
Rey Brembilla
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