La Raf, sta convertendo quattro caccia Typhoon alle operazioni aria-terra, così da poter aumentare la propria capacità di fuoco sugli obiettivi militari del rais, mentre, allo stesso tempo, il governo chiederà alle nazioni arabe che sostengono la coalizione di occuparsi dell’addestramento degli insorti.
Magari delegando il compito ad agenzie private che si avvalgono dei servigi di ex Sas o di altre forze speciali occidentali – tutto insomma pur di evitare lo stallo fra lealisti e ribelli. Secondo fonti interne al Gabinetto, citate dal Guardian, uno dei paesi che potrebbe rendersi disponibile ad addestrare i ribelli in prima persona è la Giordania. “Hanno i migliori ufficiali e probabilmente il miglior esercito della regione”, ha spiegato la fonte. L’operazione non sarà però breve: ci potrebbe volere infatti almeno un mese per portare gli insorti al punto di saper gestire una manovra offensiva capace di scalfire le truppe fedeli a Gheddafi.
“I ribelli – ha proseguito la fonte – non stanno avanzando. Si limitano a guidare i mezzi in fondo alla strada poi, quando vedono le armi, fanno inversione e tornano indietro”. Il senso è chiaro: finché i rivoluzionari non mostreranno di saper fare meglio la guerra è molto difficile che i raid aerei da soli potranno essere sufficienti a scalzare da Tripoli la famiglia Gheddafi.
E i ribelli non sembrano capaci di far pendere l’ago della bilancia molto oltre. Eppure anche a Bengasi i nervi iniziano a farsi tesi. Abdel-Fattah Younis, capo delle operazioni militari degli insorti, ha ad esempio criticato la lentezza a intervenire della Nato e i pochi progressi fatti a Misurata. Che la dipartita degli Usa dal fronte inizi a farsi sentire? Sia come sia – e la Nato su questo punto respinge le critiche al mittente – la Gran Bretagna ha di fatto raccolto il testimone dei cugini d’oltre oceano.
Coi quattro Typhoon convertiti all’azione diretta la Raf ha infatti a Gioia del Colle 16 velivoli pronti alla guerra su 20 – i restanti hanno ora compiti di polizia dei cieli, ovvero far rispettare la no-fly zone. Che poi è esattamente ciò che fanno la maggior parte dei ‘volenterosi’. Oltre a Francia e Regno Unito, sostiene il Guardian, solo Danimarca, Canada e Norvegia hanno deciso di prendere parte ai bombardamenti. Le operazioni belliche si stanno per altro complicando. “I nostri avversari stanno imparando”, ha detto un’altra gola profonda del governo. “Il regime ora sta usando camion simili a quelli dei ribelli e posiziona i suoi tank vicino a edifici civili: distruggerli significa correre un grosso rischio”.
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