Alcuni studiosi del settore, affermano con sicurezza che nel giro di qualche anno, i libri cartacei così come noi li conosciamo spariranno quasi del tutto per lasciare spazio ai libri digitali o eBook che dir si voglia.
Provando a guardare oltre i confini di casa nostra, spostandoci quindi in mercati più “maturi” come quelli oltre oceano, in effetti i numeri sembrano dare ragione a questi studiosi : gli eBook sono in notevole crescita, ed addirittura il 19% degli americani con più di 18 anni d’età si affidano esclusivamente agli eBook ed altri device multifunzione come tablet o iPhone per le loro letture quotidiane. Dunque una cifra notevole, che pare essere destinata ad aumentare nel giro di pochi mesi.
Quest’orientamento verso il libro digitale, innesca diversi cambiamenti che vanno molto al di là della già nota diatriba carta-digitale. L’avvento degli eBook infatti rompe gli schemi dell’editoria classica, mettendo in discussione e stravolgendo la gerarchia dei partecipanti alla stesura e pubblicazione del libro stesso, vale a dire scrittori, editori e lettori.
La figura dell’editore in primis subisce un profondo ridimensionamento, difatti fino a poco tempo addietro, nelle mani di questi era riposto il destino del libro e dello scrittore stesso. Era l’editore a decidere quali libri pubblicare, quando pubblicarli, ed anche quanto investire in marketing e pubblicità sul libro stesso. Tutto ciò comportava delle grosse limitazioni agli aspiranti scrittori, che spesso erano costretti a peregrinare da un editore all’altro per poter pubblicare un proprio lavoro, delle volte accettando loro malgrado dei compromessi con condizioni economiche-contrattuali parecchio discutibili. Oggi c’è il self-publishing.
Questo muta in maniera considerevole questi vecchi parametri, offrendo a chiunque la possibilità di poter pubblicare un libro on line, ed affidando allo scrittore stesso la possibilità di renderlo più popolare possibile attraverso ad esempio, l’uso dei social network. Lo scrittore quindi ha più margini di riuscita, ha la possibilità con prezzi irrisori di veder pubblicato il proprio lavoro, affidandosi solo ed esclusivamente al giudizio del pubblico e non più a quello dell’editore per sapere se il suo è un prodotto di qualità oppure no, se è un libro che piace oppure non lo è.
Cambia di conseguenza anche il ruolo del lettore, non più fruitore passivo di tutto ciò che il mercato dell’editoria cartacea gli mette innanzi, ma direttamente scopritore di ciò che realmente può piacergli. Infatti ad oggi si può con estrema facilità reperire un libro on line, gli store che permettono questi tipi di acquisti sono davvero tanti e non di rado, con cifre davvero irrisorie, si riesce a comprare un libro. Ma è anche vero che nella futura giungla della pubblicazioni, il lettore dovrà essere capace di districarsi tra libri davvero meritevoli di attenzioni e quelli invece che di attenzione non ne meritano affatto, quindi effettuando una sorta di cernita che servirà poi, attraverso l’uso di commenti e feedback, ad orientare altri lettori e di orientarsi di conseguenza quando ci si troverà a dover scegliere. Un meccanismo quindi già noto nel web, ma che invece è sicuramente da oliare per quanto concerne il ramo editoria.
Quindi la carta scomparirà? Presto per dirlo, davvero troppo presto. Intanto tornando al nostro belpaese, la spending review attuata dal governo Monti, prevede che per l’anno scolastico 2014/2015, parte dei libri scolastici siano fruibili solo ed esclusivamente on line, innovazione che rende ancora più prepotente la richiesta di un’ulteriore modernizzazione delle scuole e dei loro strumenti, dove tavolette elettroniche ed eBook la faranno da padrone. Vedremo quindi, se la scuola italiana vedrà di buon occhio l’introduzione di queste nuove tecnologie per scopi educativi e soprattutto in quanto tempo eventualmente riuscirà ad adeguarsi a questi nuovi standard di insegnamento. Poiché se è vero che questa dell’eBook è una nuova frontiera destinata a stravolgere abitudini e tradizioni come abbiamo detto prima, è anche vero che cambiamenti così importanti per radicarsi nel quotidiano spesso necessitano di tempo, tempo che magari potrà servire a determinare la posizione dei lettori che presto si identificheranno come partigiani della carta o innovatori nel segno del digitale.
Francesco Lamanna
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