Continua a far notizia il delitto di Perugia. Ad un anno dalla clamorosa sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d’Assise d’Appello, e in attesa della prima udienza in Cassazione – fissata per il 25 marzo del 2013 -, la vicenda della studentessa inglese Meredith Kercher, barbaramente assassinata la notte del 1 novembre del 2007, torna purtroppo sotto i riflettori portandosi dietro il solito vespaio di polemiche. Questa volta a suscitare clamore è la messa in onda del film intitolato Amanda Knox, e ispirato appunto al tragico omicidio di Meredith. Prodotto dall’ emittente statunitense Lifetime nel febbraio del 2011, il film della discordia verrà trasmesso questa sera alle 21.10 in esclusiva da Canale 5 nonostante la diffida che, nei giorni scorsi, gli avvocati difensori della Knox, Carlo dalla Vedova e Luciano Ghirga, hanno inviato a Mediaset affinchè non mandasse in onda il film, ritenendo la circostanza “intempestiva con un processo ancora in corso”. Il lungometraggio diretto da Robert Dornhelm “Amanda Knox: Murder on trial in Italy”, era stato già oggetto di accese polemiche all’ uscita negli Stati Uniti nel 2011 per via dell’efferatezza di alcune sequenze, in particolare quelle della violenza su Meredith. La stessa Amanda, al ritorno in patria, sembrò non gradire la pellicola ispirata alla vicenda legale che l’ha vista coinvolta insieme all’ ex fidanzato Raffaele Sollecito, anche lui piuttosto turbato dalla messa in onda di questa fiction, il cui finale anacronistico «getterebbe ombre di mistero su quanto accaduto».
Realizzato in Italia, a Poggio Nativo, in provincia di Rieti (dopo il no ai produttori di girare a Perugia), la pellicola ricostruisce i fatti giudizialmente emersi fino al processo di primo grado, aggiungendo solo una postilla nei titoli di coda riguardo la sentenza di assoluzione, pronunciata a film già concluso. La notte di Halloween del 2007, la giovane studentessa inglese Meredith Kercher viene trovata senza vita all’ interno dell’appartamento a Perugia che divideva con l’amica statunitense Amanda Knox che, assieme al fidanzato di allora Raffaele Sollecito, verrà condannata in primo grado a scontare 26 anni di carcere per omicidio. Il 3 ottobre 2011 la Corte d’Assise d’Appello di Perugia, ribaltando la sentenza di primo grado, li scagiona entrambi per non aver commesso il fatto. L’unico condannato resta Rudy Guedè che dovrà scontare sedici anni di carcere. Nel film la studentessa di Seattle è interpretata da Hayden Panettiere, meglio nota al pubblico come la cheerleader coi superpoteri di Heroes, mentre Sollecito è Paolo Romio, Djibril Kébé è Guede. Mez avrà invece il volto di Amanda Fernando.
Non è la prima volta che la cronaca nera irrompe nella fiction. Vallanzasca e gli angeli del male; Il film sulla strage di Piazza Fontana; la fiction targata Taodue sul giallo di Via Poma; la miniserie di Sky Faccia d’angelo, sul boss della Mala del Brenta Felice Maniero, nonché il più recente Diaz, sui fatti di Genova, o le numerose serie sulle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Senza dimenticare tutti quei programmi televisivi che ci hanno raccontato le morti tragiche di Sarah Scazzi, Yara Gambirasio, Melania Rea e Chiara Poggi. Negli ultimi tempi tra piccolo e grande schermo abbiamo assistito ad una rincorsa continua e morbosa verso quelle storie che hanno segnato così profondamente l’opinione pubblica del nostro paese. Storie passate o presenti, da rivivere, analizzare e conoscere nel più piccolo dettaglio spesso in nome di una sete di verità che non si accontenta di quella emersa dagli atti giudiziari. Ma in una vicenda così contorta come quella di Perugia, dove la verità giudiziaria è ancora molto lontana dalla realtà, mandare in onda un film del genere ora, e per di più intitolato ad Amanda – la presunta carnefice – e non a Meredith – l’unica vera vittima -, è solo l’ennesimo esempio del cattivo gusto televisivo di speculare su una tragedia solo per ottenere ascolti più alti.
Enrica Raia
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