Il 64mo Festival di Cannes si appresta ad aprire i battenti. Fra meno di un mese lo charme del grande cinema invaderà la Costa Azzurra. Attori e registi sfileranno sul red carpet di uno dei festival più prestigiosi al mondo. E quest’anno sulla Croisette si parlerà anche un po’ italiano, perché tra i 19 cineasti selezionati per la corsa alla Palma d’oro troveremo due nostri rappresentanti di altissimo livello: Nanni Moretti e Paolo Sorrentino. Contrariamente a quanto ci si aspettava – non c’è “Terraferma” di Emanuele Crialese -, saranno solo due le speranze per l’Italia, ma è la prova che nonostante gli scongiurati tagli al Fus il nostro cinema è ancora attraversato da una corrente creativa in grado di competere a livello internazionale. Entrambi molto amati dal pubblico d’oltralpe e già premiati a Cannes in passato, i due registi italiani tornano in concorso con le loro ultime fatiche: “Habemus Papam” di Moretti, e “This must be the place”, di Sorrentino. Si bissa così l’edizione del 2008 con due film italiani, Il Divo e Gomorra, nella selezione ufficiale del festival.
Cinque anni dopo l’uscita de “Il Caimano”, Nanni Moretti – che ha già vinto la palma d’oro dieci anni fa con “La stanza del figlio” – porta a Cannes Habemus Papam (uscito nelle sale il 15 aprile). Un film tanto chiacchierato in patria quanto atteso oltralpe, al punto da fare un’eccezione e accettarlo nella competizione ufficiale pur non essendo un anteprima mondiale. “Non sento il dovere di raccontare ai francesi o ai portoghesi cosa succede in Italia – dice Moretti -. Ho dei sentimenti su quello che mi circonda che di volta in volta diventa soggetto con personaggi e poi sceneggiatura e si porta dietro uno stile o un altro. Ogni volta racconto il sentimento che ho urgenza di raccontare”. Habemus Papam è un continuo oscillare tra commedia e dramma introspettivo che riesce a mostrarci un volto inedito della Chiesa cattolica. Moretti ci offre infatti il ritratto di un Papa triste e spaventato dal ruolo di guida spirituale che lo attende. Un uomo eletto “Dio in terra” ma fragile e angosciato come qualsiasi altro essere umano. Travolto da un’insostenibile responsabilità, questo papa depresso, che ha il volto di Michel Piccoli, cercherà di riconciliarsi col suo ruolo affidandosi ad uno psicanalista, ateo e per di più separato, interpretato da un esilarante Moretti.
Altrettanto amato dai francesi è Paolo Sorrentino che torna per la quarta volta a Cannes, dove nel 2008 si aggiudicò il premio della giuria con “Il Divo”. Il regista partenopeo si presenta con il suo attesissimo debutto nel cinema in lingua inglese, “This must be the place”, con un protagonista del calibro del premio Oscar Sean Penn. “A Cannes amano il cinema, è un amore smodato, lo percepisci: c’è forte aspettativa e un pubblico esigente, andarci significa anche capire cosa sai fare. Essere giudicati lì ha un peso, è un luogo dove il cinema vive di amplificazione, come se fosse tutto al cubo. È un’emozione a cui non ti abitui, e al tempo stesso la conferma che hai fatto un film di valore: vai a misurarti col meglio che c’è”, dice Sorrentino. Prodotto da Nicola Giuliano della Indigo Film ed Andrea Occhipinti di Lucky Red con un budget di 28 milioni di dollari, This must be the place racconta la storia di Cheyenne, un ex rockstar annoiata dalla vita che un giorno decide di partire alla ricerca di un ex criminale nazista che durante la seconda guerra mondiale perseguitò il padre in un campo di concentramento. Un percorso non solo interiore, che porterà l’uomo forse alla redenzione o forse alla vendetta. Ciliegina sulla torta, la Palma d’oro onoraria alla carriera per Bernardo Bertolucci. Un riconoscimento importante, già assegnato in passato a grandi registi come Woody Allen e Clint Eastwood, ma che da questa edizione diventa premio annuale ed ufficiale. Ai tre big si aggiunge poi il debutto dietro la macchina da presa con “Corpo Celeste”, di Alice Rohrwacher (sorella dell’attrice Alba), scelta per la sezione Quinzaine des realisateurs, e Pasquale Marino che presenta il cortometraggio “L’estate che non viene” nell’ambito della sezione Cinefondation.
Con Moretti e Sorrentino sono tanti i grandi ritorni al Festival di Cannes, tra i quali il più atteso è senza dubbio è quello di Terrence Malick con The tree of life. Tornano anche Pedro Almodòvar con La Piel que habito, e Lars Von Trier con il disaster movie Melancholia. A contendersi la Palma d’oro ci saranno pure i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne (Le gamin au vélo), Radu Mihaileanu (La sources des femmes), i francesi Bertrand Bonello (L’apollonide – Souvenirs de la maison close), Alain Cavalier (Pater), Maiwenn (Polisse), e ancora Aki Kaurismaki (Le havre), Takashi Miike (Ichimei), Nicolas Winding Refn (Drive), Nuri Bilge Ceylan (Bir Zamanlar Anadolu’Da), Joseph Cedar (Hearat Shulayim), Naomi Kawase (Hanezu no tsuki), Lynne Ramsay (We Need to Talk About Kevin), e gli esordienti Julia Leigh (Sleeping beauty) e Markus Schleinzer (Michael).
Enrica Raia
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