Oggi il nostro viaggio è stato lunghetto e stancante ma siamo tornati al caldo dell’Africa, precisamente in un villaggio nigeriano, tra alcune casette di paglia e terra battuta.
La nostra curiosità di oggi è vedere come funziona l’ospitalità in queste tribù, precisamente in quella Igbo. Come sempre, fate attenzione e silenzio!
Seguiamo con lo sguardo quell’uomo che pare dirigersi a passo spedito verso una capanna e non stacchiamogli gli occhi da dosso neppure quando sarà nell’abitazione! Avviciniamoci a questo forellino tra la paglia e godiamoci la scena..
Dovete sapere che qui, per “ospitalità”, non si intende solo l’accoglienza che l’ospitato riceve ma anche la sua reazione. Da questo, infatti, si può capire un po’ con che animo ed intenzioni è andato a far visita alla famiglia.
Il padrone di casa offre qualcosa al suo ospite (quel “qualcosa” varia da zona a zona), che può essere un bicchiere d’acqua, un chicco di caffè da masticare, qualche altra bevanda.. Gli Igbo, precisamente, offrono una Kola-nut, una noce di Kola. Come accennato prima, il padrone va ad osservare la reazione dell’ospitato ed un suo rifiuto potrebbe compromettere molto. La noce di Kola (o Cola), per gli Igbo, è il più alto simbolo di ospitalità e gioca un ruolo sociale e rituale molto importante. Non importa se offrire carne, bevande e altro cibo può apparire più “piena”, come offerta: la noce di Kola è indiscutibilmente superiore. Durante le riunioni, se è presente anche la noce di Kola, significa che la questione da affrontare ha una certa importanza. O anche, se masticata insieme gli uni con gli altri, può simboleggiare un’ amicizia condivisa, un’intesa raggiunta o una riconciliazione tra due parti.
Ma ecco, il nostro uomo sta uscendo dalla capanna con un anziano e si sta dirigendo verso un ampio spazio. Guardate, altre persone si stanno posizionando in cerchio. Con molta probabilità l’ospite è andato a far visita a tutta la comunità.
E come segno di benvenuto, ci son tre passi ben precisi da seguire, in questi casi: la noce di Kola viene consegnata al più anziano del villaggio od al sacerdote, che seguirà questa prassi:
1- La presentazione della noce di Kola
2- La rottura della noce
3- La distribuzione del frutto
La presentazione della noce di Kola è rigorosamente prerogativa maschile, alle donne non è concesso per ragioni culturali. La tribù forma un cerchio e la noce di Kola passa di mano in mano finchè non torna all’ospite. L’anziano capo tribù od il sacerdote, durante questa cerimonia, solleva la noce di Kola e prega gli antenati, quasi sempre il lingua Igbo. E la noce è simbolicamente offerta proprio a loro, agli antenati, ai loro spiriti e agli dèi. Solitamente, oggetto delle preghiere sono la richiesta di salute per gli amici della comunità, malanni per i nemici e la pace per tutti.
Ma tralasciando le tradizioni, questa noce di Kola cosa è? E’ un frutto che viene da alcune piante presenti per lo più in Africa Occidentale ed in Indonesia. La specie delle piante è chiamata Cola e, non a caso, si crede sia questo l’ingrediente segreto della Coca Cola. Viene utilizzata anche per la produzione di altri alimenti, anche se oggigiorno l’aroma di questi cibi deriva esclusivamente dall’uso di aromi artificiali ed il suo gusto amaro è derivato dalla presenza di varie metilxantine come la caffeina. Attualmente molti giovani consumano molta Coca Cola e mi sento di allarmarli: recenti ricerche dimostrerebbero che provoca una diminuzione del 30% nella fertilità maschile.
Il cerchio umano si sta infrangendo, l’ospite è stato presentato a dovere e fa ritorno tra le capanne del villaggio che lo accoglie. Il nostro viaggio è terminato e possiamo far ritorno con un’ usanza in più nel nostro bagaglio: quello che non pesa ma arricchisce.
E la prossima volta che sorseggeremo la Coca Cola, sapremo quanto, per molti africani, il consumo della noce di Kola sia importante e sacra.
Informazioni utili
Lingua: inglese
Valuta: naira
Temperature medie: 26° – 30°
Temperature massime: 38° – 41°
Temperature minime: 13° – 16°
Religione: islamica
La Redazione
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