È stata una manifestazione spontanea, nata su Facebook, sulla scia della rabbia e dell’indignazione e senza bandiere politiche, quella dei cittadini napoletani che, in migliaia, sono scesi in strada domenica mattina per manifestare contro la distruzione della Città della Scienza, il polo tecnologico di Napoli, demolito dalle fiamme appena una settimana fa, che, oltre ad essere centro culturale, è stato anche luogo di aggregazione per famiglie e bambini e simbolo di rinascita del territorio di Bagnoli, da anni in attesa di una vera riqualificazione.
A sfilare soprattutto giovani e bambini con le facce sporche, annerite dal fumo che si è sprigionato durante il devastante incendio, ed in mano palloncini colorati: tutti in strada verso Città della Scienza, per gridare “basta”, per dimostrare che Napoli può reagire ai soprusi. Presenti anche il sindaco De Magistris, i dipendenti del polo tecnologico e Vittorio Silvestrini, presidente della Fondazione Idis, che ha dichiarato di aver sempre saputo “che la Città della Scienza fosse circondata d’amore da gente di tutto il mondo”, ma “che tanto amore avessero i napoletani è una grandissima e straordinaria sorpresa. Questo è un luogo per i bambini e sono loro che ci stanno dimostrando il vero amore che si deve avere per la cultura”.
Oltre 10mila persone sono accorse per una festa che testimonia grande partecipazione civica, ma che sa un po’ di commemorazione funebre in american style: non è il giorno delle lacrime, ma quello della rinascita; la gente scende in strada per chiedere la ricostruzione della sua Città della Scienza, eppure non si può voltare lo sguardo dinanzi allo sgomento di chi osserva da lontano lo scheletro che ne è rimasto nè dinanzi allo sconforto che si legge negli occhi dei dipendenti, che si chiedono quale futuro li attenda. Del resto, si dovrà lavorare molto per la ricostruzione del polo tecnologico e, mentre le Istituzioni si mostrano pronte all’azione, già si aprono dibattiti e polemiche: si rincorrono voci confuse che parlano di dislocazione del nuovo museo in altre zone del quartiere e si mobilita la protesta di chi ritiene che spostare il museo significherebbe “darla vinta” a chi lo ha distrutto, oltre che allungare i tempi per la ricostruzione e la riapertura del museo.
Per ora di certo ci sono “soltanto” i finanziamenti: 15milioni di euro saranno messi a disposizione dalla Regione Campania tramite il Piano di Azione e Coesione; più di 3milioni di euro arriveranno dal Provveditorato alle Opere Pubbliche; circa 7 milioni di euro saranno stanziati dal Ministro dell’ Istruzione e della Ricerca Scientifica – e una parte di questa cifra andrà a risarcire, alla fine del mese, i dipendenti della struttura dell’ultima annualità di stipendi arretrati. Ancora in via di definizione è, invece, il luogo della ricostruzione: il ministro della Ricerca scientifica, Francesco Profumo, ha dichiarato che la Città della Scienza riaprirà entro 18 mesi e che si ripartirà da Bagnoli, ricostruendo sulle ceneri ancora calde.
“Nessuno pensa di delocalizzare Città della Scienza in un’altra parte della città. Su questo posso rassicurare” è, invece, quanto affermato dal presidente della Regione Campania Stefano Caldoro; tuttavia, la lettera dell’assessore all’Urbanistica De Falco al sindaco De Magistris sembra quasi andare controcorrente: “Il recupero dell’identità di Bagnoli – scrive De falco – non può prescindere dalla rinascita di Città della scienza, e allora le due cose si mettano assieme, così come il piano regolatore indirizza per perseguire quell’obiettivo. Con Città della scienza sono andati in fumo anche gli ulteriori quasi cinquant’anni per attendere l’ammortamento dei fondi utilizzati per la sua costruzione, prima di avviare il trasferimento del complesso appena al di là della strada. Ma a questo punto l’occasione va colta”.
Anche le Assise di Bagnoli, che da un anno hanno iniziato la loro battaglia per istituire una spiaggia libera, “per tutti”, a Coroglio, si dicono contrarie alla ricostruzione di Città della Scienza sulla linea di costa, dove essa sorgeva soltanto “in virtù di una accordo di programma del 1997 in deroga a quello che è il Piano Regolatore Generale e la variante approvata nel 1998, nonché il Piano Urbanistico Esecutivo, che dispongono il ripristino della linea di costa per utilizzo balneare”. Insomma, l’area che ha visto nascere, svilupparsi e divampare Città della Scienza avrebbe dovuto originariamente essere destinata a diventare una spiaggia libera per la città: il rischio è che vengano spesi, nei prossimi mesi, fior fior di milioni per la ricostruzione di una struttura che, nel futuro, potrebbe dover essere ricollocata in altra zona di Bagnoli – e dunque ricostruita – in risposta a quanto prescritto dal Piano Regolatore Generale.
Dura la replica di Silvestrini, intervenuto nel dibattito per sottolineare che “qualcuno vorrebbe che la Fondazione Idis lasciasse quei suoli che sono di sua proprietà. Ma noi non ce ne andremo, non venderemo. Resteremo dove siamo e quello che lanciamo è un segnale anche di carattere politico. Le licenze le abbiamo e ci muoveremo dentro quei perimetri”.
Insomma, la tanto auspicata rinascita di Città della Scienza sembra già costellata di incertezze e polemiche, mentre ancora proseguono le indagini – gli inquirenti si muovono sulla pista dell’incendio doloso – per dare volto e nome ai colpevoli di questo disastro.
Antonio Gargiulo
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