“Almeno una volta nella vita sarà capitato a tutti, passeggiando per strada o stando seduti al tavolo di un bar oppure durante un tragitto in autobus o sul metrò, d’incrociare una sconosciuta o uno sconosciuto e di restare meravigliati pensando: «Ma quello è il mio amico Giovanni da vecchio!», oppure «Quella donna è una versione migliorata di mia moglie!», «Il tizio che mi sta davanti sembra proprio mio nipote senza gli orecchi a sventola!», o ancora «Quel bambino è identico al figlio della mia vicina di casa tranne che per l’espressione da delinquente!»” Così esordisce Paolo Albani in una recensione critica di Phisiognomie du mieux et du pire, trattato scritto da un sociologo francese, Laurent Sollier, che affronta in maniera trasversale, dall’essere umano al regno animale e vegetale, la problematica dei sosia.
Il tema del Doppio da sempre avvince l’umanità: l’idea che possa esistere un altro individuo, in tutto e per tutto simile a noi, tanto da poter essere considerato un gemello separato alla nascita, o un nostro riflesso allo specchio, si rivela seducente e inquietante allo stesso tempo. L’essere umano, nella sua essenza dicotomica, non può fare a meno di considerarsi irripetibile nella propria unicità, e allo stesso tempo tuttavia ricercare nell’Altro somiglianze e affinità; ciascuno di noi ha sperimentato nella sua vita l’insolubile conflitto tra desiderio di essere unico (e solo), e bisogno di essere riconosciuto come uguale ai (e dai) propri simili. Non a caso l’archetipo del “Doppio”, inteso come sosia o come ombra, appare in svariate produzioni letterarie sin dalle origini della civiltà, a testimonianza del fascino che esso ha esercitato sulla cultura e sull’evoluzione umana: da Plauto (dalla cui commedia, l’Anfitrione, deriva infatti la parola “sosia”) a Dostoevskij (Il sosia), da Mark Twain (Il principe e il povero) a José Saramago (L’uomo duplicato), svariati sono gli scrittori che hanno indagato l’aspetto psicologico dell’eventuale esistenza di un doppio sconosciuto, ma è Sollier per primo a introdurre il concetto di “sosia laterale”. I sosia laterali sono persone che, pur senza avere lo stesso patrimonio genetico condividono un quadro strutturale di insieme, presentando gli stessi lineamenti generali e differenziandosi soltanto per alcuni dettagli in meglio o in peggio, e che ne rendono possibile il riconoscimento.
Da un punto di vista genetico questo fenomeno è stato molto poco indagato: svariati studi sono stati condotti sui gemelli, soprattutto omozigoti, ma la tematica dei sosia resta poco conosciuta. La spiegazione scientifica della “sosietà” starebbe non tanto nella condivisione dello stesso patrimonio genetico, quanto piuttosto nella combinazione tra fototipi e tratti somatici che caratterizzano un individuo: si calcola che esiste una probabilità su un miliardo che uno stesso fototipo si incroci con una stessa serie di tratti somatici (statura, forma dell’ovale del volto, degli occhi, della bocca e del naso) generando quindi due fenotipi molto simili, uguali all’apparenza anche se geneticamente diversi; da qui la famosa leggenda dei sette sosia (uno per ognuno dei sette miliardi di persone che popolano la Terra) che ciascuno di noi avrebbe sparsi un po’ in tutto il mondo: basti pensare ai sosia dei personaggi famosi che, anche quest’anno (21-23 Luglio 2011), si riuniranno a Bibione per la sesta edizione del Festival Nazionale dei Sosia d’Italia.
E se c’è chi fa di necessità virtù, trasformando la propria somiglianza accidentale con un doppio famoso in una redditizia attività lavorativa, c’è invece chi trema al pensiero di incrociare il proprio sosia: certo è che la vista di un Altro, uguale a se stessi, sconosciuto e familiare insieme, può davvero essere angosciante.
Ma, a quanto pare, la “sosietà” non si limita alla sola specie umana: come ci spiega Albani nella sua recensione di Phisiognomie du mieux et du pire, Sollier, oltre a individuare – in un campione di 1342 soggetti tutti residenti a Parigi – svariati sosia di personaggi storici, da Charles de Gaulle a madre Teresa di Calcutta a Giovanni Paolo II, ha esaminato anche il fenomeno della somiglianza tra animali e vegetali. Il caso più eclatante di sosia animale è senza dubbio quello del cavallo di Napoleone, il quale usava mandare in giro sosia del suo famoso, riconoscibile destriero, allo scopo di depistare i nemici, espediente riciclato con un certo successo (stavolta in versione umana) e in tempi più recenti dal colonnello Gheddafi, famoso, tra l’altro, per avere, secondo la diceria, almeno quattro suoi sosia da impiegare nelle apparizioni ufficiali, a seconda del grado di pericolosità.
Anche il regno vegetale conta diversi casi di somiglianza, dalle piante “metamorfiche” o “trasformiste” che assumono le sembianze degli alberi vicini, da cui diventano quasi indistinguibili, ad alcune specie di funghi che, all’apparenza identici, nascondono una duplice natura: da una parte i “gemelli buoni”, quelli commestibili, dall’altra quelli “cattivi”, cioè gli esemplari velenosi.
Perfino il nostro sistema solare sembra avere un sosia: recentemente gli astronomi hanno individuato l’esistenza di ben sei pianeti ruotanti intorno alla stella Kepler 11, cinque dei quali di dimensioni confrontabili a quelle della Terra.
Insomma, pensare di essere “unici” diventa sempre più difficile alla luce della scienza. Ma se i sosia “laterali” esistono, c’è da chiedersi in che modo questo fenomeno si incroci con gli studi fisiognomici sulla correlazione tra tratti somatici e personalità, che confermano l’esistenza di una relazione, pur se solo probabilistica, tra determinati tratti somatici e caratteriali, sostenendo la tesi espressa dall’antico detto “il volto è specchio dell’anima”. Insomma, se vi capiterà di incontrare un vostro sosia, fate attenzione, perché, conoscendolo, potreste scoprire di avere in comune molto più che lo stesso naso o la stessa forma degli occhi, anche se, come tiene a precisare lo stesso Sollier, bisogna ricordare che l’ambiente svolge un ruolo fondamentale nella formazione del carattere, per cui nessun individuo, nemmeno un clone, potrà essere perfettamente identico all’originale nei gusti e nella personalità. E voi, avete già incontrato un vostro sosia?
Giuliana Gugliotti
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