Napoli the time for Champions’ has come

Nella foto Lavezzi e Cavani, gli uomini che dovranno dare il loro massimo per raggiungere il traguardo Champions'.

Ora si fa sul serio. Dopo l’incredibile sconfitta con l’Udinese in casa, priva di Sanchez e Di Natale, e la conseguente debacle sul campo di Palermo l’imperativo categorico per gli azzurri ora è uno solo: vincere.

Tante, troppe voci hanno disturbato l’ambiente partenopeo: “Mazzarri resta, no va via, ha già firmato con la Juve, chiede garanzie sul progetto della società, il Napoli ha già individuato in Gasperini il sostituto, Mazzarri non ha MAI smentito queste voci”, oppure (e qui la colpa è tutta di De Laurentiis) “Lavezzi non è Cavani, il suo procuratore esoso telefona ogni giorno per avere soldi” e per concludere i rumors riguardanti il Matador “Non posso rispondere alla domanda se i tifosi partenopei possono stare tranquilli (il procuratore), poi, vorrei giocare nel Real Madrid (Cavani qualche giorno prima), sono tutte sciocchezze io resto qui (Cavani qualche giorno dopo).

Insomma tanti inciuci che hanno fatto pensare troppo a ciò che doveva accadere e non a quello che stava accadendo. E allora succede che il Pocho scontento non gioca (pur se in campo) con l’Udinese e si fa le vacanze anticipate per Pasqua, Cavani sbaglia un rigore che avrebbe potuto riaprire la partita coi bianconeri e nella stessa partita si mangia un gol stratosferico a cui Mascara mette una pezza segnando di rapina.

Insomma la tensione è alta, bisogna far fronte comune e combattere tutti insieme.

De Laurentiis in questo senso ha voluto dare un forte segnale alla squadra: in settimana è stato a Castelvolturno ed ha tenuto un summit con Bigon e Fassone per fare il punto della situazione; perdere la terza posizione e andare in Champions’ col quarto posto significherebbe, come ribadito più volte negli scorsi editoriali, più croce che delizia e il presidente questo lo sa.

Mazzarri dal canto suo, seppur fosse intenzionato a lasciare gli azzurri, deve darsi da fare per aggiungere al suo Palmarés una posizione di prestigio come quella della qualificazione all’Europa che conta dalla porta principale.

Stesso discorso per Lavezzi e Cavani.

Insomma sembra proprio che gli azzurri siano “condannati” a fare non bene ma benissimo in questo finale di campionato. Chi per i propri interessi (quasi tutti), chi per l’amore della maglia (quasi nessuno) deve concentrasi al massimo per raggiungere questo obiettivo di prestigio.

Tutti gli azzurri sono avvertiti: calare l’attenzione adesso, oltre ad essere un peccato mortale, sarebbe sconveniente anche sotto il profilo squisitamente economico. La Lazio e l’Udinese hanno omaggiato gli azzurri domenica scorsa perdendo le loro partite, consentendo agli uomini di Mazzarri di essere ancora a cinque lunghezze dai biancazzurri e sei dai bianconeri.

Sabato sera lo scontro decisivo: se si vince i giochi sono oramai fatti, se si perde si rischia di buttare nell’immondizia tutta la stagione.

La partita coi gemellati dei Genoa dovrà sancire la festa azzurra, in fondo i fratelli genoani hanno ancora un debito con i partenopei. La loro stagione è finita, quella napoletana ancora no.

 

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