E’ stato un ictus a stroncarla questa mattina, all’età di 87 anni. Alla fine la Lady di Ferro si è spezzata, dopo aver combattuto per anni contro lo spettro dell’Alzheimer, che nell’ultimo decennio l’aveva costretta a limitare di molto le pubbliche apparizioni. Proprio lei, che era ricordata soprattutto per la forza e la tenacia con le quali aveva lottato per portare avanti le sue politiche economiche e fiscali, che era stata capace di restituire ad un’intera nazione la speranza nel futuro e l’orgoglio di essere inglesi.
Nata il 13 ottobre del 1925, figlia di un droghiere che si era faticosamente conquistato il suo posto ad Oxford, Margaret Hilda Roberts Thatcher si dedica agli studi di chimica prima e di giurisprudenza poi. Approda alla politica a fine anni ’50, entra nel partito conservatore e dopo nemmeno un ventennio lo conduce alla vittoria incontrastata, governando il paese per 3 mandati consecutivi, dal 1979 al 1990, quando si dimise in piena crisi del Golfo. Il suo euroscetticismo, quel conservatorismo “estremo” ma economicamente liberista che tanto bene aveva fatto alle casse dello Stato durante gli anni ’60 e ’70, cominciava ad essere malvisto.
Ricordata per la politica vincente attuata nella guerra contro l’Argentina per il possesso delle isole Falkland (1982), ma soprattutto considerata la prima governatrice ad aver importato in Europa una politica economica basata sulla centralità del libero mercato e sull’anti-statalizzazione come mezzi per rilanciare l’economia del paese, la morte di Margaret Thatcher, segna, soprattutto in un momento di crisi globale del liberismo economico, la fine di un’epoca.
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