Ognuno di noi, nella vita, si trova ad affrontare sfide non facilissime. Di qualsiasi genere. E molti affidano il destino della prova alla sorte, magari dandole una spintarella con gesti di buon auspicio.
La haka è una di queste azioni ben auguranti.
Ma diciamo che, per esempio, praticarla all’Università davanti ad una commissione d’esame non è esattamente cosa buona e giusta. Né tantomeno facile.
Ma perché, di cosa si tratta?
Trolley alla mano e partiamo per la Nuova Zelanda!
Eh, dietro l’angolo, sì.
Ma tanto, con la fantasia, un miliardo di miglia possono essere un palmo.
Intanto vi comincio a dare qualche infarinatura su questo elemento tipico neozelandese, in attesa di raggiungere un villaggio Maori e poter vederla dal vivo!
La haka è proprio la danza tipica del popolo Maori, l’etnia originaria della Nuova Zelanda.
Haka è un nome che erroneamente si attribuisce ad una danza di guerra. No, non è esattamente così. Innanzitutto si tratta di una composizione musicale, suonata con molti strumenti e con il coinvolgimento di tutte le parti del corpo di chi la esegue: mani, piedi, gambe, voce, lingua, occhi. Può essere utilizzata in segno di sfida ma anche di benvenuto, di esultanza o di disprezzo. Rappresenta simbolicamente la passione, il vigore e l’identità della razza Maori, ed è un rituale che cerca soprattutto di impressionare: si roteano e si spalancano gli occhi, si digrignano i denti, si mostra la lingua, ci si batte violentemente il petto e gli avambracci, come segni di potenza e coraggio. Non a caso, dal 1905 gli All Blacks (squadra nazionale neozelandese di rugby) la propongono come una sorta di rito prima di ogni partita. Nella loro versione “sportiva”, è stato aggiunto, alla fine, anche un salto, per rendere la danza ancora più scenografica e intimidatoria. Il salto è un elemento che appartiene a un altro tipo di Haka, la Peruperu: è una variante che viene eseguita in tempo di guerra e con l’uso delle armi. Probabilmente è per questo che si tende a conoscere la Haka come una danza di sfida o di guerra.
Un dettaglio: gli All Blacks danzano uno stile particolare di Haka, il Ka Mate. Ed è quella più conosciuta proprio tramite questi sportivi. La Ka Mate è stata composta attorno al 1820 dal capo della tribù degli Ngati Toa, chiamato Te Rauparaha: venne composta per celebrare la forza della vita sulla morte, dopo che si era salvato dagli attacchi di altre tribù.
Siamo arrivati in Nuova Zelanda, bellissima come solo lei sa essere. Inoltriamoci verso le zone più incontaminate alla ricerca di qualche tribù Maori. Camminate con me, con prudenza in una mano e con curiosità nell’altra.
Il trolley, dite? Beh, quello potete pure lasciarlo. In questa zona ed in questo contesto vi sembrerà talmente fuori luogo..
Mentre procediamo verso il primo villaggio Maori, approfondiamo il significato di questo nome, “haka”: esso possiede un significato preciso, che va ricercato proprio nelle sue radici. La parola Haka deriva da Ha (“soffio”) e Ka (“infiammare”) e significa “accendere il respiro”. Per questo la danza Maori diventa espressione dello spirito individuale, dei sentimenti, delle emozioni umane. Il tutto condito da una buona dose si aggressività, con l’intento di mostrare, e soprattutto trasmettere, forza e potenza e..
.. Shhh, eccoci! Guardate quegli energumeni che formano uno schema preciso!
Osserviamo in silenzio senza disturbare, che se uno di questi si arrabbia, son guai.. Incutono timore solo a guardarli, è difficile mantenere il loro sguardo senza sentire neppure un minimo brivido.
Osserviamo i loro passi.. Gli elementi essenziali della haka, comuni a tutti gli stili di questa danza, sono: gli occhi dilatati (Pukana), la linguaccia in segno di sfida fatta solo verso altri uomini (Whetero) e la chiusura degli occhi in alcuni momenti della danza fatto solo dalle donne (Potete). Una delle cose più belle e caratterizzanti sono la totale libertà lasciata all’interprete dell’usanza, il quale può utilizzare ogni “strumento”, ossia ogni parte del corpo, in maniera personale ed indipendente. Quei movimenti bruschi ed energici che a noi potrebbero apparire “accessori” nella Haka sono invece di fondamentale importanza. Nella haka c’è un rituale ben preciso da rispettare, e ci sono diversi ruoli. Prima della danza vera e propria, colui che guida la danza urla ai compagni un ritornello di incitamento.
Quale? Eccovelo!
Leader:
Ringa pakia! / Batti le mani contro le cosce!
Uma tiraha! / Sbuffa col petto.
Turi whatia! / Piega le ginocchia!
Hope whai ake! / Lascia che i fianchi li seguano!
Waewae takahia kia kino! / Pesta i piedi più forte che puoi!
Leader:
Ka mate, ka mate / È la morte, È la morte!
Squadra: Ka ora’ Ka ora’ / È la vita, è la vita!
Leader: Ka mate, ka mate / È la morte, è la morte!
Squadra: Ka ora Ka ora! / È la vita, è la vita!
Tutti:
Tēnei te tangata pūhuruhuru / Questo è l’uomo dai lunghi capelli
Nāna i tiki mai whakawhiti te rā /è colui che ha fatto splendere il sole su di me!
A Upane! Ka Upane! / Ancora uno scalino, ancora uno scalino,
Upane Kaupane / un altro fino in alto,
Whiti te rā! / il sole splende!
Hī! /Alzati!
Siete curiosi di sapere questa tradizione come nasce?
Beh, verso il 1820 un capo Maori, Te Rauparaha, compose “Ka Mate“, l’haka più conosciuta per il motivo che abbiamo detto poc’anzi. Te Rauparaha era l’alto capo dei Ngati Toa and i suoi possedimenti andavano da Porirua fino alla costa di Kapiti, comprendendo anche l’isola Kapiti.
Te Rauparaha , mentre si nascondeva in un pozzo kumara, (le kumara sono delle patate dolci molto buone che vengono conservate in un pozzo, dopo essere state raccolte) disse “Ka mate! Ka mate!” per sfuggire ai suoi inseguitori, i Ngati Tuwharetoa. Fuggendo, egli giunse da Te Wharerangi e gli chiese protezione. Sebbene piuttosto reclutante, Te Wharerangi acconsentì e gli ordinò di nascondersi in un pozzo kumara. La moglie di Te Wharerangi, Te Rangikoaea, poi, si mise a sedere su di esso.
Perché la donna si sedette sul pozzo, dite? Riguardo a ciò, ci sono due storie che si tramandano:
– la prima racconta che nessun uomo si sarebbe messo in una posizione che lo avrebbe portato sotto gli organi genitali femminili. Quindi, anche gli inseguitori avrebbero pensato la stessa cosa e avrebbero deliberatamente evitato di controllare il pozzo.
– la seconda narra che la donna si sedette lì per neutralizzare un incantesimo lanciato a Te Rauparaha dal capo degli inseguitori. In quel periodo, infatti, si credeva che gli organi femminili avessero il potere di “schermare” le persone dai sortilegi.
Questa usanza dell’haka viene ancora insegnata dagli anziani ai bambini (la preparazione all’arte della guerra iniziava, per i Maori, sin dall’infanzia), tramandata per far sì che la sua notorietà non venga sempre legata alla questione sportiva e affinchè lo spirito di questo popolo rimanga vivo con l’haka intesa come espressione di cultura.
Affascinati da questo costume Maori, direi che è ora di far rientro alla base e.. No, non provate ad imparare da soli, improvvisandovi Maori: questa danza richiede grande allenamento ed una notevole preparazione fisica. L’energia che sprigiona è tale da sottoporre l’organismo a notevole stress e fluttuazioni di ossigeno, risultando pericolosa se eseguita male o fuori allenamento.
La Redazione
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