Il Napoli chiude il campionato perdendo per due a uno contro la Roma. Le due reti capitoline nella ripresa, inutile la ventinovesima rete di Cavani. Decisivo per le sorti del match l’infortunio di Pandev dopo sei minuti, senza Insigne squalificato, i partenopei non sono riusciti a tessere le loro trame di gioco. A fine gara il tecnico Mazzarri ha annunciato di lasciare il club e di prendersi una pausa. Finisce così il ciclo dell’allenatore di San Vincenzo all’ombra del Vesuvio. In quasi quattro anni di permanenza ha raggiunto per due volte la qualificazione in Champions League, due volte quella in Europa League, una seconda e una terza posta e una coppa Italia. Numeri alla mano sicuramente Mazzarri ha fatto bene. I meriti del mister sono evidenti è riuscito a tirare il massimo dai giocatori che aveva, ha dato una seconda giovinezza a giocatori come Aronica, Grava portandoli a giocare in Coppa Campioni. Ha trasmesso per i primi due anni uno spirito battagliero alla squadra che non si arrendeva mai anche sotto di due reti.
Il suo vero capolavoro è stato trasformare un giocatore come Cavani in un bomber di razza che in questa estate sarà al centro di un’asta mondiale. I limiti di Mazzarri sono pari ai suoi meriti. Il primo il più grave è di adoperare un solo modulo, il 3-5-2 e non cambiarlo mai se non a partita in corso quando la gara sembrava compromessa. Quante volte in casa soprattutto con le provinciali chiuse in bunker gli azzurri non riuscivano a segnare perché gli avversari chiudevano le fasce, centro nevralgico del gioco mazzarriano, marcando a uomo Cavani o Lavezzi. Il suo ostracismo tattico trasformava l’undici azzurro in una sorta di Don Chisciotte che sbatte contro i mulini al vento. Altro grave errore era di far giocare alcuni giocatori come Campagnaro nella scorsa stagione o Maggio in questa anche in condizioni fisiche inaccettabili. Sminuendo così i cosiddetti panchinari che alla fine dell’anno chiedevano sempre di essere ceduti. Altro difetto il non riuscire a plasmare il proprio gioco anche con giocatori con caratteristiche diverse dal suo credo calcistico. Prediligendo sempre giocatori di rottura bruciando giocatori più tecnici come Cigarini. Il non volere inserire giocatori giovani. Prendiamo il caso di Verratti. Il Napoli aveva chiuso con il Pescara ma per il tecnico doveva rimanere ancora un altro anno nella società abruzzese. Ora il gioiellino italiano si è laureato campione di Francia da titolare e giocando a ottimi livelli fino ai quarti di finale la Champions. Ultimo questa sceneggiata di non dire se non solo dopo l’ultima partita, il suo destino per il semplice motivo che ancora si deve accasare con una società a lui gradita, come aveva già fatto due anni fa, promettendosi, alla Juve per poi rimanere una volta che i bianconeri chiamarono Conte. In conclusione Mazzarri grazie per la coppa Italia e le due qualificazioni Champions ma i tuoi limiti da allenatore non hanno reso il tuo soggiorno napoletano da bello a indimenticabile.
Ciro Florio
Riproduzione Riservata ®