Da candidata al Quirinale più votata a Satana dei grillini. La parabola del gradimento di Milena Gabanelli tra le fila del M5s si conclude così, ingloriosamente. A farla passare fulmineamente dalle stelle alle stalle è bastato solo questo: continuare a fare il suo mestiere. La giornalista.
Sembrano trascorsi anni luce da quando, in realtà appena un mese fa, la Gabanelli veniva lodata per la sua trasparenza, la sua onestà e la sua lealtà intellettuali, quando a gran voce veniva acclamata come candidata alla carica di Presidente della Repubblica (lei, che la politica non l’ha mai fatta) dai militanti del M5s. Quella stessa trasparenza oggi le si è ritorta contro. Oggi i grillini non parlano più di onestà; la lealtà di Milena Gabanelli, che tanto l’aveva fatta apprezzare dai seguaci di Beppe Grillo, usata a scapito dei grillini si è trasformata in un’arma impropria, pericolosa, asservita al potere dei padroni, dove per padroni si intende Pd e Pdl, addirittura ingrata. Già, perché Milena non sembra, almeno agli occhi dei grillini, aver ricambiato la gentilezza che questi ultimi le usarono candidando il suo nome al Colle.
Proprio ieri infatti la giornalista e conduttrice di Rerport ha avuto il coraggio di presentare un’inchiesta sulla provenienza dei fondi grazie a cui si sostanzia il Movimento di Beppe Grillo (NB: movimento, non partito!), ponendo ai pentastellati due semplici domande: da dove vengono i soldi per finanziare il movimento? E che fine fanno i guadagni derivanti dalle pubblicità del blog di Beppe, che è il canale di comunicazione ufficiale del movimento?
Poi, la battuta detta col sorriso sulle labbra, che però forse più di ogni altra cosa ha fatto indignare i militanti del M5s (certo dopo la “bomba” provocatoria lanciata poco prima, questo guizzo di ironia, questo affondo del coltello in una piaga già pruriginosa, la Gabanelli avrebbe potuto risparmiarselo): “Con 3 mln di disoccupati”, ha detto la Gabanelli rivolta ai grillini, “smettetela di di pensare ai vostri scontrini”, riferendosi alla dibattuta questione della diaria.
L’ira dei grillini è esplosa (ovviamente: e dove sennò?) sul blog di Beppe: qui gli iscritti al movimento non si sono fatti scrupolo a inondare l’ultimo post pubblicato, quello sull’ineleggibilità di Berlusconi, con una valanga di commenti poco lusinghieri rivolti alla giornalista. Qualcuno, tentando probabilmente di screditare le facoltà logiche e intellettuali della Gabanelli, si chiede che cosa c’entrino i disoccupati con la diaria, come a dire “cavoli a merenda”. Qualcun altro, provando a mettere in discussione la professionalità della giornalista, rigira la frittata e le ritira la palla: “Vogliamo sapere quanto guadagna la Gabanelli e come è entrata in Rai”.
La maggior parte si scaglia contro la conduttrice “venduta” di un “programma di merda”, serva (come gli altri, come tutti) del potere politico. Accuse che sanno di proclami giustizialisti già letti, un disco incagliato e già sentito. La Gabanelli non si scompone e commenta: “Credo che la critica sia fastidiosa sempre, per tutti, anche per la sottoscritta, ma si deve accettare, o no? Il punto è: ‘sono state dette cose non vere’? In tal caso vengano precisate, e le pubblicheremo. Se Casaleggio avesse accettato l’intervista con la Giannini magari si potevano chiarire tutti i dubbi legittimi. Tutto il resto – conclude Gabanelli – per chi cerca di fare il proprio mestiere con indipendenza, è nel conto”.
A gran voce il popolo dei pentastellati chiede una risposta ufficiale di Beppe, che però non arriva, o meglio: arriva sottoforma di mini-post di smentita ufficiale, pubblicato sempre sull’omni-presente, omni-utilizzato blog: “I proventi degli introiti pubblicitari del blog di Beppe Grillo non sono utilizzati per finanziare il MoVimento 5 Stelle. Il M5S si finanzia con il lavoro e le piccole donazioni volontarie degli attivisti di tutta Italia”. Firma: lo staff di Beppe Grillo.
Certo, con tutto il polverone sollevato dagli utenti del blog, ci si sarebbe aspettati una smentita con tanto di titolone a caratteri cubitali. Invece, in prima pagina sul blog di Beppe campeggia un articolone sulla legge Finocchiaro-Zanda. “Il MoVimento 5 Stelle” si legge nel post “non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti Movimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni” tuona Beppe. Poi, prospetta la nefasta conseguenza di questa possibile evoluzione: “I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà.”
Con questi chiari di luna, facendo due conti, la Gabanelli non ha sbagliato suggerendo ai grillini di lasciar perdere gli scontrini. All’orizzonte si profilano discussioni molto più articolate di quelle sulla decurtazione della diaria, sulla restituzione di 2.500 euro di stipendio allo Stato e sulla fine (per ora non ancora chiarita) che fanno gli incassi delle pubblicità on-line.
G.G
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