Si uccide in segno di protesta contro i matrimoni gay. Dominique Venner aveva 78 anni e delle idee decisamente anacronistiche che, infine, l’hanno spinto al suicidio
“Sicuramente occorreranno gesti nuovi, spettacolari e simbolici per scuotere i sonnolenti, le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini. Viviamo in un’epoca in cui le parole devono essere autenticate dai fatti”.
Sono queste le ultime parole di Dominique Venner, 78enne scrittore parigino che oggi si è tolto la vita sparandosi un colpo di pistola sull’altare della cattedrale di Notre Dame in segno di protesta contro i matrimoni gay.
L’approvazione della legge sulle nozze tra omosessuali, arrivata poco più di un mese fa, l’aveva sconvolto. In quell’occasione il ministro della famiglia Dominique Bertinotti aveva dichiarato: “Se non ci saranno sorprese, le prime nozze fra omosessuali potranno essere celebrate già dall’estate”. Lui l’estate non ha voluto attenderla.
Saggista vicino all’estrema destra e ai movimenti contrari ai matrimoni omosessuali, il suo blog da qualche tempo era diventato monotematico. Una collezione di micro-saggi che elogiavano le manifestazioni anti-gay, sottolineando come le unioni omosessuali rappresentassero un grave affronto alla stessa cultura francese, a prescindere dalle opinioni della Chiesa cattolica in merito.
Eppure, come teatro per il suo folle gesto, Venner ha scelto proprio un simbolo del cattolicesimo: la cattedrale di Notre Dame, cuore pulsante della vita parigina. La chiesa è stata immediatamente evacuata mentre si accerta la dinamica dei fatti.
Intanto, la Francia assiste scioccata ai risvolti impensati di una scelta politica, quella di regolarizzare i matrimoni tra omosessuali, che la maggior parte della gente considera un segno di progresso e non, come nelle estreme opinioni di Venner, un oblio della civiltà e della memoria storica di un intero popolo. La domanda che viene da porsi è una sola: si può davvero morire per un ideale come questo?
G.G
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