Mentre De Magistris è in missione a San Francisco per stringere un patto di collaborazione economico-culturale con la città statunitense (il progetto si chiama “Uniamo le due baie”) – nella quale sta studiando anche le modalità di gestione della raccolta differenziata – i rifiuti tornano al centro delle polemiche in città. A Napoli, infatti, un botta e risposta a mezzo stampa tra il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e il vice sindaco Sodano fa tornare alla ribalta la polemica sulla costruzione di inceneritori in città.
Il comune, che da sempre si dichiara contrario alla costruzione di impianti di termovalorizzazione sul territorio napoletano, non appare incline a cedere, nonostante la dichiarazione del ministro Orlando: “Spero che gli impianti finalmente si realizzino – ha, infatti, affermato il ministro – e che si faccia tutto in modo condiviso: l’Italia e la Campania non possono permettersi una bastonata dall’Unione Europea”.
La multa dall’Unione Europea – che Orlando ha descritto con l’efficiente sinonimo “bastonata” – sarebbe, infatti, a dir poco salata: l’ammontare è pari a 8milioni al giorno che scatteranno qualora l’Italia non si adegui alle direttive europee in tema rifiuti.
La minaccia comunque non ha sortito alcun effetto sulla giunta napoletana che, tramite il vicesindaco, ha fatto sapere che “nessuno osi immaginare che il ricatto della multa possa far cambiare idea al Comune sul no all’inceneritore. Una tecnologia vecchia, inquinante, che ha problemi di gestione e di costi in tutto il mondo e anche in Italia. Non diciamo no agli impianti, ma solo al termovalorizzatore”. Il comune punta, infatti, a gestire la raccolta differenziata attraverso la costruzione di due impianti di compostaggio e uno di trattamento a freddo dei rifiuti, volti a sostituire gli inceneritori di Napoli e Salerno per cui il Governo preme.
Anche la Regione non è esente dalla solita vecchia polemica: l’assessore all’Ambiente, Giovanni Romano, ha dichiarato di aver stanziato con la giunta Caldoro circa 8milioni di euro per la raccolta differenziata che il comune di Napoli non avrebbe neppure ritirato, aggiungendo che, mentre le città campane migliorano nella gestione del ciclo dei rifiuti e “in tutto il territorio regionale si registrano incrementi in linea con il Piano Regionale”, solo il capoluogo “resta indietro”.
Il sindaco De Magistris e la sua giunta, che avevano immaginato di portare in pochi anni la raccolta differenziata al 70%, sono, inoltre, finiti nel ciclone di un ulteriore polemica, quella sull’invio di rifiuti in Puglia. Nel caos dell’emergenza, infatti, il viaggio e lo smaltimento dei rifiuti napoletani verso la regione “vicina” fu affidato a Vincenzo D’Angelo, per un business di 150-160 euro a tonnellata. A sorprendere l’opinione pubblica, oggi, non è certamente la cifra, ma l’idea che per il tanto osteggiato viaggio dei rifiuti napoletani in nave, verso l’Olanda, sarebbero stati spesi 115 euro a tonnellata, che avrebbero consentito al comune napoletano di risparmiare ben 14milioni sull’invio di 400mila tonnelate di monnezza nel 2012.
Intanto, mentre i cittadini assistono impotenti alla solita storia di querelle e polemiche alla napoletana, sono stati pubblicati i dati della ricerca del Comune di Napoli, commissionata all’Associazione Napoletana Giovani Ricercatori, sull’incidenza di patologie tumorali nel territorio: a Napoli e provincia si continua a morire di tumore più che in ogni altra parte d’Italia. Eppure, in questa terra avvelenata, sembrano imperversare solo le polemiche.
Sara Di Somma
Riproduzione Riservata ®