Roma 23 Maggio 2011. Se fosse un film potrebbe chiamarsi “Il pentito” oppure “Il ruffiano” o meglio ancora “Il ruffiano pentito”. De Laurentiis ne sarebbe il produttore, e per ridurre i costi di produzione (dovuti al Fair Play cinematografico finanziario) sarebbe anche uno degli attori principali, Riccardo Bigon con l’assistenza di Marco Fassone ne sarebbe il regista. Chi l’attore protagonista? Ovviamente Walter Mazzarri.
La trama è già bell’e scritta: un dipendente che dopo 4/5 (condotti in maniera vincente) della sua annata da manager d’azienda viene contattato da una vecchia signora, competitor dell’azienda del Presidentissimo (Aurelio De Laurentiis), che cerca di metterlo al suo soldo.
La signora, nonostante la sua veneranda età, conserva il suo fascino tanto da far girare la testa al duro e scorbutico Walter. Tutto ciò ha ripercussioni sulla sua attività manageriale, tanto che uno dei suo ex dipendenti (German Denis), da lui mandato via, inizia a tracciare il percorso verso la flessione che impedisce sogni di gloria ben più alti di quelli, comunque importanti, conseguiti a fine anno.
E allora il presidente si incavola e cerca chiarimenti, si reca a Pozzuoli e cerca spiegazioni dal toscano. Per tutta risposta Walter gli dice che vuole un aumento e gli consegna una lista della “spesa” di circa ottanta milioni di euro. Il presidente si arrabbia sul serio, ricordandogli il contratto di tre anni siglato la stagione precedente. Mazzarri, ancora abbagliato dalle luci bianconere però, non sembra ravvedersi ma procede per la sua strada. Più volte si trova a parlare con la stampa e più volte ribadisce che del suo futuro se ne parlerà a fine anno, nonostante il contratto in calce.
Tutti coloro che hanno a cuore l’azienda (i tifosi) restano perciò in ansia non sapendo quale futuro sarà riservato al Napoli (l’azienda in questione).
De Laurentiis non sta a guardare e si reca da Gianpiero Gasperini che, senza pensarci su due volte, gli da la propria disponibilità. L’accordo è già pronto, senza troppe pretese e senza troppe spese.
Poi, a chiare lettere, manda un messaggio alla vecchia signora “Mazzarri ha un contratto con noi e non andrà da nessuna parte”. La bianconera allora, dispiaciuta, decide di guardare altrove e identifica il proprio manager nella figura di Antonio Conte.
Il tecnico livornese a quel punto è spacciato: il suo presidente lo ha già rimpiazzato, i tifosi lo hanno screditato e la vecchia signora lo ha scaricato. Da un possibile ed indelebile successo al baratro.
Decide così di fare un passo indietro. Grande, molto grande.
Prima ricomincia a mandare messaggi d’amore ai sostenitori dell’azienda e poi chiama Riccardo Bigon, che in stile Quentin Tarantino recita anch’egli in questo film, e gli chiede un favore «Riccardo, chiama il presidente, organizza un incontro, ho fatto una ca**ata e vorrei riparare… magari sono ancora in tempo». Il buon direttore chiama così il presidente che accetta l’appuntamento a data da destinarsi. Passa il tempo e Gasperini è sempre più vicino alla società azzurra. Poi l’incontro a Roma, le “lacrime napulitane” e il pentimento di Mazzarri, la mediazione di Riccardo Bigon e De Laurentiis, colpo di scena, torna sui suoi passi.
Il film finisce con Mazzarri redento ma pronto e convinto per il prosieguo della sua avventura e il presidente uscito vincitore dalla sua battaglia. Quale sarà il finale del sequel lo scopriremo soltanto la prossima estate quando gli sceneggiatori scriveranno definitivamente il proseguimento.
Lo sconfitto? Senza dubbio è l’attore non protagonista di questa storia: Gianpiero Gasperini… sedotto prima e abbandonato poi dal presidente.
L’importante, alla fine del lavoro cinematografico, è che il pubblico pagante resti soddisfatto.
E allora applausi e poi titoli di coda.
Il sequel sta per cominciare.
Marco Branca
Riproduzione Riservata ®