Un innocuo proverbio (quando non c’è il gatto, i topi ballano) si è trasformato in qualcosa d’inquietante: ora i topi scappano (e quindi è un segnale metaforico di pericolo in atto) e addirittura un gatto spaccia droga.
Le due vicende sono accadute in Alaska e in Moldavia.
Fino a poco tempo fa, A Juneau in Alaska, c’era un’isola totalmente popolata da topi, chiamata appunto “Isola dei ratti”: una comunità di roditori norvegese si riprodusse in quantità industriale, sino ad invadere l’intero territorio e scacciare ogni tipo di fauna esistente (non esistendo altre forme animali, nell’isola era calato un sinistro silenzio, intervallato da alcuni squittii ).
L’isola, scoperta nel 1827, fu invasa da ratti durante un naufragio giapponese del 1870 e nessuno riuscì più a disfarsi delle bestiole, che a loro volta si spostarono in sedici isole confinanti: gli uccelli, che usavano nidificare a terra, dovettero scappare e vi fu un grave danno per l’ecosistema.
In seguito ad un piano d’espulsione dei ratti, nel 2009 l’isola fu dichiarata libera dai roditori, ma solo oggi vi è la conferma ufficiale.
Ora l’isola abbandonerà il suo nome e si chiamerà più semplicemente “Hawadax”: la derattizzazione tanto esaltata, porterà progresso nel mondo naturale, ma escluderà la fama turistica del luogo (seppur nessuno osi confessare la verità).
Mentre in Alaska i topi fuggono, in Moldavia il gatto ha assunto una negativa notorietà: è diventato un pusher di droga; la figura del gatto (dopo la religiosità degli antichi egizi, il gatto con gli stivali e il gatto Silvestro ) sembra aver perso la buona reputazione.
A Cisianu in Moldavia, le guardie carcerarie osservavano un micio sospetto, dal bellissimo colore grigio e bianco, che puntualmente entrava da un buco nella rete e percorreva l’intero percorso della prigione: colpiti da un insolito collarino, i secondini compresero che conteneva due pacchetti di marijuana.
Probabilmente qualche malintenzionato del paese vicino ( Pruncul), usa il gatto per trasportare droga ai detenuti: il metodo del gatto è molto usato nelle carceri, poiché in Russia al collare del micio erano attaccati telefoni cellulari e carica batterie.
In realtà l’atteggiamento del micio sembrerebbe un segno di protesta.
In Moldovia è cominciata una vera e propria strage d’animali randagi: avvelenati e lasciati morire sotto il sole, oppure brutalmente catturati dall’accalappia cani.
In seguito gli animali sono trasportati in condizioni pietose, fino al servizio sanitario ove cala il mistero sul loro trattamento (pochi uomini possono entrare in questi edifici): il primo giugno gli animalisti hanno indetto una manifestazione, chiedendo almeno di ovviare alla strage attraverso un luogo sano di raccolta degli animali o una sterilizzazione.
Nel loro piccolo sembra che i mici ne risentano di queste cattiverie: magari d’ora in poi non spacceranno più, ma almeno avranno goduto nel prendersi gioco di uno stato che bada solo ad ucciderli.
Rey Brembilla
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