«Immaginate che Antonio Fazio, governatore della Banca d’Italia, sia in volo sul Pacifico. L’aereo precipita e lui si lancia con il paracadute atterrando su un’isola abitata solo da indigeni. Fazio porta con sé una valigetta con 100 milioni di lire. Va dagli indigeni, chiede da mangiare, un alloggio e propone di pagare con le banconote che ha al seguito. Gli indigeni lo guardano e si mettono a ridere. Ovviamente essi non riconoscono il valore convenzionale di quei pezzi di carta. Quindi dove sta il loro valore? Nel popolo che l’accetta!»
L’aneddoto sembra una barzelletta, magari un po’ datata (Antonio Fazio non è più governatore e la lira non è più in regime) ma in realtà la risata nasconde un fenomeno economico che può portare morte e guerre sanguinose: si chiama “signoraggio”
La definizione esatta non è per niente negativa, poiché è una realtà presente da secoli antichi (nacque nel periodo delle Signorie italiane, da cui il nome).
Il significato non è altro che il reddito che, una banca o un’istituzione, ottiene grazie alla facoltà di stampare moneta: è l’ennesima tassa che presuppone che il denaro elargito alla gente non sia la cifra esatta che è prodotta, ma una quantità più ridotta.Il potere del signoraggio viene dal popolo che riconosce il valore del denaro, poiché altrimenti quest’ultimo sarebbe carta straccia.
Logica vuole che chi stampa una valuta localizzata nello spazio (come un tempo, la lira o la peseta, per esempio) guadagna una cifra relativa, mentre chi stampa valuta destinata a larghe fette del mondo intero (il dollaro o l’euro) guadagna cifre incalcolabili.
Cifre incalcolabili significano desiderio umano di possesso, tale che scateni guerre o addirittura morti di coloro che si oppongono a tutto questo.
Altro danno conseguente a questo fenomeno economico è inflazione: poiché il valore del signoraggio viene talvolta (quando occorre denaro, in caso di guerra o crisi economica) lanciata sul mercato, aumentando la massa monetaria e creando inflazione o addirittura iperinflazione.
Un esempio su tutti fu la situazione della Germania durante la fine della prima guerra mondiale: la crisi post bellica richiese l’utilizzo del denaro residuo e quindi scaturirono inflazione e la povertà, basi su cui attecchì il nazismo.
Un caso più famigliare e vicino a noi, è quello dei cosidetti stati “Piigs” (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) il cui l’eccessivo uso del signoraggio provocò problemi all’Unione Europea e tuttora li provoca: gli stati citati sono i più deboli dell’ Ue.
L’Italia particolarmente ha la più alta percentuale di “fondi” versati nel suo debito: il 28% rispetto ad altre forme di finanziamento (superata solo da Bolivia e Perù), il 6,60% rispetto al suo Pil.
Questo fenomeno economico, se esasperato, sembra abbia provocato una serie di guerre o fatti criminosi: si può stilare un elenco almeno degli episodi salienti, consapevoli che si tratta d’ipotesi (magari le concomitanze sono frutto di un’incredibile coincidenza), difatti molti esempi sono stati in seguito smentiti o privati di fondamento.
Analizzando gli esempi si deduce come gli individui colpiti siano in entrambi gli schieramenti politici o mondiali: la vicenda non è strumentalizzata, come in altri casi tende ad avvenire.
Si può iniziare dal caso italiano, il più colpito da questo fenomeno: dal patto di Maastricht del 1992 (ossia da quando l’Europa ha tolto le frontiere e si è data una palpabile identità), i governi italiani si sono sempre più legati al potere bancario o economico europeo, dando allo “stivale” una sensazione di “dominio controllato”.Curiosa è stata l’alternanza tra capi di stato politici che hanno nominato premier economisti e capi di stato economisti che hanno designato premier politici: sembrerebbe una scelta tattica.
Dalla caduta dell’ultimo governo di Giulio Andreotti (nel 1991), si cambiò presidente della Repubblica (Scalfaro salì al posto di Cossiga) e cominciarono una serie di governi di cui, eccetto due significative eccezioni (Berlusconi e D’Alema), quasi tutti i capi del governo furono collegati al mondo economico/finanziario o Europeo.
Il primo fu Giuliano Amato (che “casualmente” dal 2010 è il maggior consulente italiano della “Deutsche Bank”), in seguito Carlo Azeglio Ciampi (ex governatore della Banca d’Italia), dopo il breve intermezzo di Berlusconi fu la volta di Lamberto Dini (ex Direttore generale della “Banca d’Italia), poi Romano Prodi (economista, ex Presidente della Commissione Europea e quindi conosciuto in Europa), brevemente D’Alema e ancora Giuliano Amato ed infine (eccetto i lunghi intervalli di Berlusconi) ritornò Romano Prodi, Mario Monti (economista ed ex commissario europeo) ed Enrico Letta.
Enrico Letta, Romano Prodi e Mario Monti hanno partecipato spesso agli incontri del gruppo “Bilderberg”: un’associazione che riunisce personaggi influenti del campo politico, economico e bancario.
Silvio Berlusconi si dimostrò dichiaratamente ostile ad un Europa germano-centrica o all’Europa delle banche (dovette sopportare, seppur per pochi mesi, la presenza nel suo governo dell’europeista Renato Ruggiero): più volte il premier tedesco Angela Merkel ha dimostrato antipatia verso l’ex premier, che puntualmente ha subito diversi processi fino a dover lasciare la politica attiva.Berlusconi inoltre è stato grande alleato di Gheddafi (anche lui nel mirino del signoraggio) e di Putin, ostico all’Europa Unita.
Massimo D’Alema si dimise di sua spontanea volontà (dopo una sconfitta elettorale), spiazzando le istituzioni: probabilmente sarà una coincidenza, ma da allora, D’Alema non ha quasi più ricoperto ruoli politici di rilievo.
“Casualmente” l’Italia fu teatro di un incontro nel 1992 (data fatidica), sulla nave “Britannia” tra politici italiani, industriali e grandi banchieri internazionali: si decise la privatizzazione di numerose aziende italiane (quella telefonica e ferroviaria, ad esempio), che furono svendute e rovinate (con le tasse degli italiani che finirono nelle mani delle banche garantiste degli affari) e tra i probabili protagonisti dell’affare ci fu Romano Prodi.
Un economista italiano, Giacinto Auriti, denunciò l’attività del signoraggio ed emise addirittura del denaro chiamato “Simec”, che fu puntualmente sequestrato dalla guardia di finanza: a contrario d’altri suoi colleghi (che diventarono ministri o capi di stato) Auriti fu denigrato e offeso dal mondo economico e finanziario, sino a presentarsi e a trovare accoglienza politica in un movimento di destra facente capo ad Alessandra Mussolini; fu tacciato come “fascista” e allontanato dal mondo che conta.
Gli Stati Uniti furono fondamentali per l’incremento del signoraggio (data la potenza del dollaro che s’irradiò nel mondo) e sembra che la stessa rivoluzione americana, nacque sotto la minaccia di questo fenomeno economico.
Difatti pare che la sommossa non scoppiò a causa delle tasse eccessive inglesi ma a seguito del “Currency Act” del 1764: che vietava l’emissione di denaro cartaceo da parte delle colonie, obbligando alla prerogativa della Gran Bretagna e quindi al dominio della sterlina.
In realtà sembra che non tutti gli stati dell’Unione fossero contrari alla legge e che il provvedimento solamente limitasse l’emissione di denaro coloniale.
Falsa è anche l’affermazione che alcune zone del mondo siano floride grazie alla fabbricazione di moneta autonoma: non è vero per il Nord Dakota o l’isola di Guernsey, ma è vero per lo stato africano dello Zimbawe, che però è vittima dell’iperinflazione.
Gli eventi che colpiscono di più, sono le presunte morti seguite alla volontà di acquisire il signoraggio e stampare liberamente moneta.
Il primo caso in ordine di tempo fu quello d’Abram Lincoln: effettivamente il presidente degli Stati Uniti, a causa delle numerose banche presenti sul suolo americano (e quindi la conseguente confusione di valuta), decise di stampare lui stesso denaro (i greenbacks che restarono in circolazione fino al 1971) e la mossa non fece che aggravare l’inflazione.
E’ risaputo che Lincoln fu assassinato in un teatro nel 1865.
Anche John Kennedy tentò di stampare dei certificati d’argento (pari alle riserve esistenti) che potevano rimpiazzare il dollaro e lo stesso Kennedy finì assassinato nel 1963: in realtà sembra che questi certificati esistettero già dagli anni ’30.
Sembra che nell’intento di colpire alcuni uomini “pericolosi”, poiché desiderosi di allontanarsi dal “signoraggio”, furono scatenate delle guerre.
Adolf Hitler si stancò di dipendere dal denaro delle banche internazionali e decise nel 1933 di stampare autonomamente marchi tedeschi: l’economia tedesca andò a gonfie vele ed il Fhurer si apprestava ad allargare il potere del “suo” marco nei territori occupati d’Europa.
Inutile ricordare che contro Adolf Hitler fu scatenata una guerra e lui stesso decise di suicidarsi.
Durante due conferenze panafricane del World Mathaba Conference, nel 1996 e nel 2000, è documentato su internet come il Colonnello Gheddafi proponesse agli stati africani, una moneta comune, il dinaro d’oro: pareva che gran parte degli stati africani fossero d’accordo.
E’ inutile ricordare come verso la Libia si scatenò una guerra, ove alcune potenze europee sembravano molto decise a sconfiggere ed uccidere lo stesso Rais: puntualmente e in modo poco chiarito, l’omicidio avvenne il 20 ottobre del 2011.
Infine Saddam Hussein nel 2000, decise di convertire il prezzo dei barili petroliferi dal dollaro all’ euro, seguendo il programma “petrolio in cambio di cibo”.
Il 30 dicembre del 2006, dopo una guerra di conquista (a seguito di presunte ed inesistenti armi chimiche in Iraq), Saddam Hussein fu giustiziato.
L’inquietante striscia di sangue nella strada del “signoraggio” si allargò all’interno dell’“Unione Europea”.
Contravvenendo al doveroso silenzio dei grandi banchieri: Wim Duisenberg, il primo presidente della banca centrale europea, si lasciò scappare qualche frase sospetta, rispondendo ad una proposta del ministro italiano delle finanze, Giulio Tremonti.
Alla domanda del ministro italiano, ossia se si potessero istituire delle banconote d’uno o due euro, Duisenberg osò pronunciare la parola “signoraggio”: ”spero che il Signor Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come ministro dell’economia, ne sarebbe contento non lo so”
La frase forse diede fastidio a qualcuno, poiché il corpo di Duisenberg fu trovato senza vita nella sua piscina, annegamento per conseguenza di un infarto: nessuno in realtà ha mai fatto autopsia sul cadavere e sembra che l’economista fosse morto in salotto e poi trascinato in piscina.
La morte avvenne 48 ore prima della sentenza di rinvio a giudizio contro alcune banche tedesche, riguardanti il crack della “Parmalat”: Duinsenberg fu eletto alla BCE grazie al sostegno di una banca tedesca indagata e nelle stesse ore un membro del consiglio della stessa banca, precipitava da un grattacielo di New York.
Due coincidenze fortuite?Anche le altre morti sono coincidenze fortuite ? davvero l’istituto del signoraggio è frutto di una terribile maledizione?
Antonio Gargiulo
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