California. Prima fiera della scienza organizzata da Google. Settemilacinquecento partecipanti misti tra maschi e femmine. Tre vincitrici con scoperte fondamentali per la medicina. Sembra una sceneggiatura ben scritta ed invece è la realtà che sta facendo il giro del mondo. Lauren Hodge di Dallastown, Naomi Shah di Portland e Shree Bose hanno sbaragliato la concorrenza maschile per posizionarsi in vetta. A Mountain View una giuria di esperti ha potuto solo constatare l’originalità delle scoperte e la loro effettiva efficacia.
Davvero impressionanti i temi che hanno vinto e la relativa età delle vincitrici. Lauren Hodge è stata la prima classificata della sua fascia. Appartenente a quella dei 13-14 anni, ha sbalordito la giuria con un progetto sugli effetti di geni cancerogeni potenzialmente contenuti nel pollo alla griglia. Naomi Shah, nella facia 15-16 anni, ha messo in atto un nuovo metodo per migliorare la qualità dell’aria. Infine Shree Bose, per la categoria 17-18 anni, ha scalato la vetta applicando la sua attenzione al trattamento delle pazienti affette da cancro alle ovaie, in particolar modo a quelle che hanno sviluppato resistenza ai farmaci. Impressionanti e attualissimi i temi di queste scoperte e che Google ha voluto premiare con borse di studio di cinquantamila e venticinquemila dollari, viaggi e stage prestigiosi.
Su cosa vogliamo soffermarci? Sullo stupore scatenato. Sì, perché non ci sarebbe stato tutto questo se fossero stati tre uomini a vincere la prima edizione di questa fiera per giovanissimi. Il pregiudizio, infatti, non abbandona questa società. Secondo quanto risulta da uno studio dell’Università di Boulder, pubblicato sulla rivista “Science”, la differenza netta tra donne e uomini impegnati in aree scientifico-matematiche aumentano di anno in anno proprio a causa di questi pregiudizi. Sono stati solo ad infondere insicurezza nel sesso debole tanto da scoraggiarne la partecipazione attiva laddove, però, gli attuali risultati dimostrino il contrario. Secondo Miyake e Cohen, co autori dello studio, basterebbe un esercizio di scrittura per affermare i propri valori e perdere insicurezza nei confronti del genere maschile. Sul panel analizzato i risultati positivi sono stati eccezionali.
Il report “Why so Few?” di Catherine Hill ha dimostrato come ancora non si sia verificato un allineamento tra donne e uomini. Se trentanni fa il rapporto tra i due sessi era di tredici ad uno, oggi è passato a tre ad uno. Nonostante l’impegno e la caparbietà, ancora la differenza si sente per quanto concerne il settore STEM, ovvero Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica. Eppure Mae Carol Jemison, prima donna afro-americana a volare nello spazio, dichiarò: “Spesso quando io facevo una domanda ai miei professori mi veniva risposto con atteggiamento di sufficienza, mentre allo stesso identico quesito i miei colleghi maschi ricevevano i complimenti per l’acuta osservazione”. Strano a vederla successivamente volare in un luogo prima concesso unicamente al genere maschile, mai stereotipo negativo fu più sbagliato.
Roberta Santoro
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