Il 25 Luglio 2011 è stato presentato dal Segretario Nazionale della CISL Raffaele Bonanni e dal segretario confederale Luigi Sbarra il quadro dell’ottavo rapporto sull’industria italiana. Dall’estate 2007, all’inizio del 2011 il livello di produzione è ancora al di sotto di circa il 19%. La ripresa, nel corso del 2010, non è stata omogenea fra i vari settori industriali, ad esempio non ha toccato il settore delle costruzioni, nel quale i livelli produttivi del 2010 sono stati inferiori a quelli dell’anno precedente. Altre difficoltà rispetto all’analogo periodo del 2010 le presentano i settori della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica (-7,1% su gennaio-maggio 2010), tessili, abbigliamento e pelli (-3,7%), la fabbricazione di prodotti chimici (-3,6%) la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-1,2%). Altri settori sono ancora in crescita, come la fabbricazione di macchinari ed attrezzature (+13,3%), la metallurgia (+8%), gomma e materie plastiche (+3,4%).
Nel rapporto viene sottolineata un’importante ripresa dell’export, sintomo di una forte richiesta all’estero del nostro Made in Italy. Per il Segretario Nazionale della CISL Raffaele Bonanni “l’unica soluzione valida è rappresentata dal rilancio del mercato interno, perché non possiamo continuare a sperare che l’export ci tolga dai guai”.“Le imprese hanno grande voglia di crescere e migliorare la propria produttività: spetta alle istituzioni ed alla società civile seguire ed implementare tale processo. Il sindacato ha già mostrato una simile propensione, ora tocca al Governo, attraverso un intervento mirato sulle tasse, un sostegno alle assunzioni, il rilancio di settori chiave come l’energia, la logistica e le infrastrutture”. Il Segretario Nazionale della CISL continua : “Nel Paese c’è una situazione strana, per certi versi paradossale: ci sono diverse risorse che potrebbero essere investite in settori chiave, ma siamo sempre costretti a fare i conti con la tendenza a mobilitare la spesa su settori che invece andrebbero nella direzione della crescita e dello sviluppo. Mi riferisco agli investimenti in termini di energia, logistica ed infrastrutture: tre settori attorno ai quali si può davvero giocare il futuro del Paese ma di cui il Parlamento si occupa solo in minima parte”. Nel rapporto viene sottolineata anche l’importanza di utilizzare le risorse esistenti quali le risorse dei Fondi strutturali, le risorse d’incentivazione nazionali e regionali e risorse disponibili in progetti “incagliati”.
Intanto i dati sull’occupazione parlano chiaro : 507.800 sono i posti di lavoro persi in un triennio. A Giugno 2011 circa 260.000 le persone coinvolte negli ammortizzatori sociali, di cui circa 174.000 con prospettive occupazionali incerte. In conclusione, il quadro tracciato è indice di stagnazione.
Giuseppina De Angelis
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