Ministro Brunetta, questo famoso governo del fare, se non ora quando?
«Non c’è alcun dubbio: ora». Non crede sia tardi? «A parte che in questi anni non è che siamo stati proprio con le mani in mano, non è mai troppo tardi. Anzi, le dirò di più». Dica… «Non soltanto abbiamo il dovere del fare per salvare il Paese dalla crisi, ma è la nostra grande occasione per invertire il vento e avviarci a rivincere le elezioni nel 2013 ». Buona notizia, ma come? Affidandosi alla Banca centrale europea, alla Merkel e a Sarkozy? «Balle della sinistra. Siamo nati nel ’94 per cambiare questo Paese, dobbiamo solo completare l’opera stando esattamente nel solco tracciato dal presidente Berlusconi». Già, 17 anni appunto. Come mai solo ora tutto questo ottimismo? Gli italiani ne hanno molto meno… «Capisco l’ironia ma la risposta è semplice ». Cioè? «La crisi economica ha messo a nudo le ipocrisie della sinistra, le miopie e le posizioni di rendita del sindacato. Le ricette che tutti invocano per non soccombere noi le avevamo già scritte. Alcune sono soltanto rimaste imbrigliate nei riti della politica e nell’antiberlusconismo militante. Adesso non ci sono più alibi per nessuno ». L’opposizione fa il suo mestiere, i numeri li ha chi governa .«Sfasciare il Paese non è un bel mestiere. Comunque adesso si deve cambiare. Il nemico per noi non deve più essere l’opposizione, ma il tempo». Il tempo? «Già, dobbiamo accelerare e possiamo farlo perché la benzina nel motore c’è già». E come? «Da subito servirebbe che il Consiglio dei ministri si riunisse non una ma due volte alla settimana, per deliberare ma anche per monitorare i processi legislativi. Così come il Cipe si deve riunire una volta al mese. Decisioni, controlli e risorse: questa è la ricetta». Ma se poi in Parlamento le cose vanno come vanno… «Oltre che per noi, la crisi deve essere un test anche per l’opposizione.Vediamo chi ci sta e chi invece preferisce rimanere sulle vecchie barricate». Si riferisce a Casini? «Soprattutto a lui, tiriamo fuori le carte, parliamone e votiamo. Ma subito, il tempo dei rinvii è finito». Per esempio? «Riforma fiscale e assistenziale. Il testo c’è.Corsia preferenziale e,in parallelo,decreti attuativi. Se c’è la volontà politica, dal 2012 può essere in vigore». Costi della politica? «Fatto». Fatto? «Certo. Quanto crede che possa metterci la Commissione che deve rendere concreti gli allineamenti delle retribuzioni dei costi italiani a quelli europei»? Non lo so, a occhio anni . «Io dico tre settimane, ma stando larghi ». Se va a finire come sulle Province da abolire… «Il disegno di legge per accorparle c’è. Votiamolo. Non solo. Il federalismo municipale è già legge. Anticipiamo l’entrata in vigore così accorpiamo anche i piccoli Comuni. Poi non sarebbe male pensare anche ai costi del sindacato e, perché no, a risparmiare anche sui contributi ai giornali ». Questo è il libro dei sogni. «No, è il programma del Pdl e di questa maggioranza. Ed è il risultato dell’azione di governo». Non sempre si vede . «C’è una cortina fumogena che copre tutto e non l’abbiamo certo stesa noi. Lei sa che si può privatizzare anche dopo il referendum sulla questione dell’acqua?». No, non lo so. «Male, è grave. Basta prendere il decreto Ronchi, togliere l’acqua e applicarlo su luce, gas, spazzatura, trasporti. Del resto, per dirla alla Bersani, ce lo chiede l’Europa ». L’Europa chiede anche incentivi allo sviluppo . «E fa bene. La cosa non ci spaventa». Tremonti, sul tema, sembrava almeno preoccupato . «La politica dei tagli lineari non ha funzionato. Andiamo oltre. La riforma costituzionale dell’articolo 41, quella sulle libertà di impresa, è già scritta. Nel decreto sviluppo di maggio e nel decreto manovra di luglio ci sono ben ventisette misure per la crescita. Non mi sembrano cose da poco ». Basteranno? «Solo a evadere tutto ciò che è già pronto si farebbe un enorme, decisivo passo in avanti. E se serve altro non ci tireremo indietro ». Per esempio? «Per esempio le pensioni. Personalmente credo che si potrebbe lavorare su quelle di reversibilità, una spesa da 38 miliardi metà dei quali destinati a chi non ne ha pieno diritto o vera necessità».Questi italiani non saranno entusiasti . «Gli italiani non saranno entusiasti se il salvataggio fallisce. Neppure l’idea del riordino delle professioni e degli Ordini piace a tutti gli interessati ma andrà fatto». Visto che serve fretta, parliamo di tempi . «Da settembre a dicembre si può incardinare quasi tutto. Nel 2012 cominceremo a vedere i risultati, nel 2013 raggiungiamo il pareggio e rivinciamo le elezioni».
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