‘Esistono due tipi di eventi rari: a) I cigni neri raccontati, ovvero quelli che fanno parte del dibattito pubblico e di cui è probabile sentire parlare in televisione, e b) i cigni neri di cui nessuno parla, perché sfuggono ai modelli e di cui ci si vergogna a parlare in pubblico, dal momento che non sembrano essere plausibili. Il fatto che nel primo caso la frequenza dei cigni neri sia sopravvalutata e nel secondo gravemente sottovalutata è del tutto compatibile con la natura umana’
Nassim Taleb cosi’ scrive nel suo saggi; Trump e’ un “ cigno nero” che con gli gli Stati Uniti, rappresenta una contraddizione in termini.
Ci chiediamo ancora oggi, e forse non lo capiremo mai, come gli americani abbiano votato come loro presidente della nazione più potente del mondo una persona il cui solo nome evoca disastri.
Fateci caso, Trump come parola non ha un’attinenza cacofonicamente parlando con rottura, rumore, come qualcosa che si frantuma?
E’ proprio vero che ognuno ha il destino scritto nel proprio nome.
Ci chiediamo come hanno fatto gli americani, dopo un Obama Nobel per la pace, uomo di colore, dimostrando grandissime doti di democrazia e allontanandosi dallo spettro sempre presente del razzismo, a votare una persona che sotto tutti i punti di vista è completamente all’opposto?
Trump, grande capitalista, ricchissimo, dal carattere uterino e inaffidabile, guerrafondaio e diciamocelo pure che sembra uscito da un cartone animato, con una famiglia che sembra finta, tutta patinata.
Evidentemente nel cuore dell’America Trump è riuscito a trovare i voti tra gente delusa, profondamente di destra e con un razzismo marcato.
Altre ragioni ci sono state, quali l’antipatia degli americani verso la Clinton e sicuramente il non voto dei giovani delusi dalla sconfitta di Sanders, competitor nelle primarie contro la Clinton, che non hanno seguito il partito democratico.
Fa impressione come in questo caso l’Italia sia davanti di almeno venti anni all’America nella scelta di Trump che ha molte cose in comune con il nostro Berlusconi.
Trump sta distruggendo tutto ciò che Obama faticosamente ha costruito: la riforma sanitaria “l’Obamacare”, che ha permesso a più di 10 milioni di americani che prima erano del tutto privi di copertura sanitaria ad avere una tutela prevista nella riforma; l’attenzione all’ambiente, “la green economy” che purtroppo è stata affossata in aula dai repubblicani; i Diritti Civili con la sentenza della Corte Suprema sui matrimoni gay del 2015 rappresenta il culmine di un lungo percorso di maturazione della società americana, promosso anche dallo stesso Obama; il dibattito sulle armi che purtroppo Obama non è riuscito a portare avanti; miglioramento dei rapporti con l’Iran; la fine dell’embargo cubano e altre riforma che puntualmente Trump sta cancellando.
La domanda finale è: noi, come cittadini europei, che abbiamo conosciuto l’America attraverso la sua Storia, riusciamo in qualche modo, con l’avvento di Trump il distruttore, ancora a riconoscerla?
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