La globalizzazione, l‘avanzamento tecnologico, stanno causando una dissoluzione dei confini e dei margini fisici. La rivoluzione digitale che avanza a tappe forzate a una velocità impressionante ci pongono in una condizione in cui individui e imprese stanno perdendo i punti di riferimento. Utilizzando un‘iperbole del matematico Franco Gori potremmo affermare che ci stiamo trovando di fronte a una ―deregulation cosmica.
Rubando una metafora al mondo scientifico, potremmo dire che il confine si disintegra in espansioni libere dai margini-non-margini, secondo una dinamica ―frattale.
Nello scenario contemporaneo, le democrazie sono sempre più condizionate sia in termini quantitativi che qualitativi dalla pervasività della Rete. Il nostro mondo è segnato dai processi della globalizzazione: ai confini si sovrappongono le nuove Reti e lo Stato, come istituzione politica, vede di volta in volta ridursi le proprie prerogative. Il concetto di globalizzazione, anche sotto il profilo aziendale assume una valenza nuova: le imprese che producono su scala nazionale si trasformano operando su scala internazionale e in alcuni casi globale. L‘internazionalizzazione e l‘ingresso in un sistema globale fanno si che le multinazionali si trovino a competere in un ambiente complesso, caratterizzato da una forte competitività e in cui il fenomeno a maggior incidenza è quello della delocalizzazione, promosso dalla crescente apertura verso i mercati esteri che danno la possibilità di sfruttare vantaggi in termini di costi di produzione e imposizione fiscale. La mercantilizzazione globale aspirerebbe a ridurre il ruolo dello Stato-nazione, svuotando la sfera della sovranità.
La mondializzazione ha messo le élite globali in condizione di influire sulla politica dei Paesi in cui approdano e operano, diversamente dalle multinazionali che agivano innestandosi e adattandosi ai sistemi dei Paesi ospitanti. Le élite globali invece sovrastano con la propria ―trama,‖ sovrapponendosi alle precedenti istituzioni. Herman Heller nel 1927, ardiva un‘ipotesi: «E‘ poco probabile, ma non impossibile, che l‘Europa in futuro sperimenti la soppressione della sovranità statale in seguito ad una specie di capitalismo feudale, che dissolverà di nuovo il potere politico in un insieme di diritti di rendita di tipo giusprivatistico». 17 Nuovi paradigmi del potere sono le informazioni e i flussi finanziari che stanno sempre più soppiantando la dimensione territoriale e a volte anche quella fisica dei beni. Le global companies, nel nostro caso gli OTT sono in grado di esercitare una forte influenza su tutti i livelli delle governance, (organi di controllo, istituzioni) alternando azioni di deregulation che vanno dal lobbismo
fluidi e che non avendo forma propria assumono quella del contenitore; così come i concetti di luogo, di confine e d‘identità in un processo in continua trasformazione. Il percorso di lettura e analisi dei fenomeni globali vuole mettere in luce il carattere mutevole e i significati molteplici di questi valori, rivelando inoltre l‘importanza che essi rivestono nel processo di formazione della propria persona e di conoscenza della realtà. Partendo dai luoghi, passando per i confini, fino a giungere all‘identità: ci troviamo di fronte a un percorso che ci mostra come questi concetti non siano immutabili, ma nell‘era della globalizzazione possiedono dei contorni fluidi che si adattano alla realtà in cui sono immersi, presentando un carattere sempre più ambiguo. In questa fase di accentuata e accelerata globalizzazione, fattori come l‘economia e il capitale hanno raggiunto un‘incredibile capacità di movimento e una velocità senza precedenti; questa libertà si traduce, per chi resta fermo e vincolato al proprio territorio, nell‘incapacità di leggere e controllare questi fenomeni, che non rientrano più nel loro ambito territoriale, ma fanno riferimento a una realtà ben più grande e inaccessibile; questi fenomeni di difficile interpretazione tendono a sfuggire sempre più al controllo degli Stati-nazione.
La loro capacità di agire, la sovranità, è violentemente intaccata dalle forze transnazionali. La situazione dello Stato nazionale è mutata; importanti funzioni che prima erano di sua competenza, ora si sottraggono dal proprio ambito d‘azione, innanzitutto per la scarsa capacità di intervenire nell‘economia. La stessa distinzione tra mercato interno e mercato globale, o più in generale tra ciò che è ―interno e ―esterno‖ allo Stato, è estremamente difficile da mantenere, se non nel senso più stretto di controllo di polizia del territorio e della popolazione. Venendo meno alcuni principi fondamentali della sovranità statale, emerge il bisogno di sicurezza, di ―recinzioni, di sistemi di sorveglianza, aumenta il senso di insicurezza generalizzata (la preoccupazione generale diventa la sicurezza della propria persona e del proprio spazio personale, delle proprie identità).
PATRIZIA DIOMAIUTO
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