Il disturbo bipolare è uno dei mali “recenti”, sicuramente in passato preso sottogamba e non considerato come una vera e propria alterazione psico/fisica, spesso difficile persino da riconoscere, in quanto i sintomi sono un assieme di fattori che sfociano nelle sfere più variegate dell’approcio sociale del paziente.
I disturbi bipolari rientrano nei disturbi dell’umore e si caratterizzano per gravi alterazioni dell’umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un periodo e alla disperazione in un altro senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale o ipomaniacale all’inferno della fase depressiva anche più volte durante la vita.
Esistono tre tipologie di disturbo bipolare:
– disturbo bipolare I: necessario un episodio maniacale che puó essere provocato da schizofrenia, in genere si manifesta attorno ai 18 anni.
– disturbo bipolare II: è necessaria la presenza di un episodio ipomaniacale e di uno depressivo maggiore.
– disturbo ciclotimico: è necessaria la presenza in circa due anni di numerosi episodi ipomaniacali e depressivi che durino minimo due mesi.
È abbastanza semplice accorgersi di quando si è in presenza di episodi ipomaniacali:
Deliri di onnipotenza, eccessiva disinibizione, progetti mai portati a termine a favore di altri, energia seguita da improvvisi crolli fisici, eccessivo desiderio sessuale.
Quando si è in presenza di questi sintomi è semplice accorgersi che
trattasi di episodio ipomaniacale.
La fase depressiva che segue è altrettanto facilmente riconoscibile: assenza di sonno e fame, energia ai minimi livelli, comportamenti autolesionistici sono alla base della fase depressiva del soggetto bipolare.
Quando siamo di fronte a tali soggetti sarebbe opportuno rivolgersi immediatamente ai familiari, se in rapporti con noi, o con il centro di igiene mentale appartenente al proprio territorio di competenza.
PATRIZIA DIOMAIUTO
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