C’era anche il sindaco De Magistris, nel corteo, tra le tute blu – gli operai degli stabilimenti Alenia di Casoria, Capodichino, Nola, Pomigliano – scesi in piazza Lunedì 3 Ottobre a Napoli, per protestare contro la proposta dell’Amministratore Delegato Giuseppe Giordo di chiudere lo stabilimento di Casoria e spostare sede legale e direzione commerciale dell’azienda dalla Campania (Pomigliano D’Arco) a Venegono, in provincia di Varese.
In 3000 hanno sfilato da piazza Mancini a piazza Matteotti (fino al palazzo della Provincia) per rimarcare alle istituzioni e ai vertici dell’azienda, che il Sud Italia che lavora onestamente, non può subire la delocalizzazione prospettata della direzione, soprattutto se il paese è già in evidente difficoltà a causa di una crisi economica che sembra sempre finita, a detta dei politici nazionali, ma che diventa, ogni giorno di più, un fardello che grava sulle spalle dei lavoratori italiani.
Giordo ha dichiarato che in Campania non ci saranno licenziamenti e che Casoria è un impianto che va chiuso (con il trasferimento dei 450 dipendenti a Nola) perché “non ha spazio per crescere”, scatenando ulteriori reazioni indignate dei lavoratori napoletani che, con il loro operato, dichiarano sindacati ed istituzioni locali, fanno di Casoria una delle realtà industriali più produttive della Campania.
Il pericolo che dirigenti, operai e sindacati, intravedono nel progetto presentato dai vertici Alenia è che, in un futuro prossimo, l’industria aeronautica venga interamente collocata lungo l’asse Torino-Milano-Varese, con scarse possibilità di sviluppo per gli stabilimenti che, oggi, rappresentano le eccellenze del settore in Campania e al Sud.
La questione industriale diviene, poi, questione politica se un particolare partito, molto in voga nel Nord Italia, spinge per questo cambiamento: a Varese ha, infatti, sede la storica azienda aeronautica Aermacchi, partecipata Alenia, al cui vertice, tra gli altri, compare Emilia Macchi, figlia di uno dei fondatori dell’azienda lombarda nonchè moglie del ministro leghista Maroni.
Dalla questione politica a quella meridionale, il passo è davvero breve e una nuova spaccatura tra Nord e Sud sembra prospettarsi per la nostra nazione. Nonostante le rassicurazioni dell’amministratore delegato di Alenia e le delucidazioni in merito allo scopo del progetto, che mira a rilanciare l’azienda e rivalutare, nel, contempo, l’eccellente tradizione varesotta in campo aeronautico, c’è chi – soprattutto tra gli operai che si sentono, ormai, sull’orlo del baratro – parla già di “ennesimo scippo al Sud” e applaude il segretario generale della camera del Lavoro di Napoli, Federico Libertino, quando sostiene: “La faccia pulita di questo Paese rivendica azioni concrete contro un provvedimento che, senza alcuna ragione industriale ma per un mero capriccio della Lega, vuole spostare al Nord una realtà produttiva e di eccellenza di Napoli e della Campania. Non basta la solidarietà dalle istituzioni, questo è uno schiaffo violento alla Campania, è necessario un atto autorevole verso il Governo contro il depauperamento delle realtà produttive della nostra regione”.
Immediata, naturalmente, la replica leghista con il parlamentare Marco Reguzzoni, che ha precisato come questo progetto Alenia “darà nuova linfa al settore della produzione “made in Varese”, che è già protagonista in Italia e nel mondo – aggiungendo anche – Quando i soldi del Nord finanziano a fondo perso il Sud, e succede da troppi anni, tutti fanno finta di niente”.
Alla richiesta degli operai napoletani di un intervento da parte delle istituzioni, il Comune, la Regione e la Provincia sembrano aver risposto in maniera concorde, intendendo presentarsi, compatti, dinanzi ai rappresentanti del governo nazionale, per sottoporre loro la “questione Alenia”. Se De Magistris ha sfilato accanto agli operai, Cesaro, presidente della Provincia di Napoli ha dichiarato loro, durante un incontro con una delegazione sindacale: “Non mi piace parlare di guerra tra Nord e Sud, ma una cosa è certa: non vogliamo perdere le nostre eccellenze, e personalmente farò di tutto perché ciò non avvenga”.
Sara Di Somma
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