Dopo la rivista Wired, che lo ha incoronato uomo dell’anno per “aver dimostrato negli ultimi 12 mesi una sorprendente velocità nel rimanere collegato alla realtà”, anche il prestigioso quotidiano statunitense New York Times – nella rubrica che ogni sabato dedica ad un profilo internazionale di spicco – rende omaggio al nostro Presidente della Repubblica, “Re Giorgio come alcuni lo chiamano” . Per il NYT Napolitano si è trovato a gestire uno dei trasferimenti politici più difficili e complessi del dopoguerra, giocando “un ruolo invisibile ma fondamentale nel rapido passaggio dal governo celluloide di Silvio Berlusconi a quello tecnico di Mario Monti” e aggiungendo “un ulteriore tassello alla sua carriera di altissimo livello”.
“La sua performance – sottolinea la giornalista Rachel Donadio – risulta ancora più impressionante se si considera che la sua presidenza è una carica altamente simbolica, priva di potere esecutivo. Ma Napolitano, noto per il suo parlar franco e per la sua concretezza in una cultura fortemente barocca, ha spinto quella carica fino al suo limite diventando un ‘power broker’ (un mediatore di alto livello, ndr)”.
Nell’Italia delle contraddizioni, dove la vita private di un Presidente del Consiglio ne ha oscurato il lavoro al governo, “Napolitano è emerso come l’anti-Berlusconi, incarnando assieme alla moglie Clio, un’Italia diversa, un’Italia di virtù civiche”. Quindi conclude: “Ora gli Italiani guardano a lui affinchè guidi la nave dello Stato con la sua tranquilla abilità, mentre Monti e la sua squadra di tecnici affronteranno la difficile sfida di modernizzare la scricchiolante economia italiana”.
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