Lionel Messi vince il pallone d’oro, tipico esempio di come un qualcosa di eccezionale sia finito con il diventare normale, quasi banale. Stiamo parlando del premio, ovviamente. E non parliamo del fatto che il fantasista argentino abbia vinto il premio riservato al calciatore che si è particolarmente distinto durante l’anno solare calcistico per la terza volta consecutiva, ma piuttosto del fatto che, quest’anno più di altre volte, tutto è sembrato scontato, forse già scritto. Basti pensare che Cristiano Ronaldo, l’unico che alla vigilia sembrava potesse contendere il premio a Messi, neanche si è presentato alla cerimonia di premiazione.
Proprio la vittoria di Lionel Messi rasenta la normalità più assoluta, e non perché l’attaccante del Barcellona sia il più meritevole del premio, ma proprio perché lo stesso premio, che da due anni si è anche fuso con il FIFA World Player, sembra aver perso quel fascino che aveva in passato.
Due sono gli aspetti fondamentali alla base di questa conclusione: in primis a mancare negli ultimi anni sono forse proprio le sfide epiche fra i campioni, o anche quell’incertezza che accompagnava l’assegnazione del premio, che faceva restare con il fiato sospeso fino all’ultimo.
Un altro aspetto, non meno importante, è il fatto che a contendersi l’agognato premio, sono stati spesso negli ultimi anni delle vere e proprie meteore, oppure, come nel caso di Messi e di Cristiano Ronaldo, calciatori dalle innegabili doti ma forse sempre fra i primi solo per mancanza di alternative valide.
Nulla contro Messi o Ranaldo, per carità, ma nell’anno dei mondiali sudafricani, per esempio, proprio il fantasista argentino che con la sua nazionale non riesce mai a brillare, certo non meritava l’agognato premio.
Con la vittoria dell’anno scorso e con quella di quest’anno, Messi ha conquistato la terza vittoria consecutiva, proprio come Michel Platini, eguagliando come numero di riconoscimenti anche Marco Van Basten e Johann Cruijff.
Ma che il premio individuale più ambito da chi gioca in Europa quest’anno sia finito con il diventare “normale” lo dimostra anche la partecipazione alla cerimonia di Simone Farina, invitato speciale per non aver esitato a denunciare un tentativo di corruzione.
Un fatto che, a pensarci bene dovrebbe essere normale, senza nulla togliere al gesto del calciatore del Gubbio, ma che al giorno d’oggi risulta essere straordinario. E allora il problema, forse, non è del pallone d’oro ma piuttosto di tutto il mondo del calcio, dove scarseggiano i campioni e anche le persone oneste.
Umberto Rennella
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