“Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita.
Da qualunque parte tu venga, tu non sei estraneo,
Fa’ che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia inutile la nostra morte.
Per te e per i tuoi figli, le ceneri di Auschwitz valgano di ammonimento,
Fa’ che il frutto orrendo dell’odio, di cui qui hai visto le tracce, non dia nuovo seme né domani né mai!”
Sembrano esplicitare, con chiarezza, il senso della giornata della memoria, queste parole di Primo Levi poste all’ingresso del Memoriale degli Italiani sterminati ad Auschwitz; sembrano esprimere nitidamente l’essenza del giorno che, dal 2000, l’Italia – come altri paesi europei – ha designato per non dimenticare, per ripercorrere, di anno in anno, con l’aiuto di testimonianze e documenti dell’epoca, il drammatico sterminio della popolazione ebrea ad opera dei nazisti della Germania hitleriana. La data simbolo, scelta per ricordare i circa 6milioni di ebrei che persero la vita a causa della follia tedesca, è quella dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il 27 gennaio, e rappresenta, forse, un tentativo, da parte delle Istituzioni, non soltanto di formare le nuove generazioni affinché gli orrori avvenuti nel corso del secondo conflitto mondiale non si ripetano negli anni a venire, ma anche di elaborare l’immenso lutto che tale ferita ha provocato e che si è trasmesso, di generazione in generazione, fino a noi.
È sempre difficile parlare della Shoah e dei danni che ha lasciato in eredità e che si fanno sentire anche a settant’anni di distanza, eppure le nazioni che celebrano la ricorrenza del 27 gennaio non si tirano di certo indietro.
Anche a Napoli saranno molte le iniziative per la giornata della memoria cui, quest’anno, sarà dedicata un’intera settimana, dal 23 al 30 gennaio. Le vittime del genocidio nazista saranno ricordate con una serie di eventi dal titolo “Memoriae – una settimana per non dimenticare”, organizzati dal Comune di Napoli ed altre associazioni, coordinate dalla Fondazione Valenzi e dall’associazione Libera Italiana. Anche l’Arcigay è parte attiva dell’organizzazione: molti furono, infatti, gli omosessuali che, non rispecchiando i canoni di purezza del regime ariano, furono deportati in qualità di soggetti “socialmente aberranti” o “asociali”.
Un vagone, usato per deportare italiani ad Auschwitz, sarà installato in piazza Plebiscito – silenzioso simbolo del dolore delle migliaia di persone che vi hanno viaggiato – dal 23 al 27 gennaio, mentre una mostra fotografica, dal titolo “L’impossibile Oblio”, sarà allestita sotto il colonnato della chiesa di San Francesco di Paola ed inaugurata il 23 gennaio. Stesso giorno di inaugurazione anche per un’altra mostra, quella che si terrà all’Emeroteca Tucci riguardante “Dieci anni di stampa razzista italiana (1936-1945)”.
Vi sarà spazio per ogni forma di celebrazione: il ruolo dell’esercito e della diplomazia italiana nel salvataggio degli ebrei in Dalmazia, Grecia, Francia e Ungheria sarà ricordato con un convegno che si terrà il 24 gennaio a Palazzo Salerno, mentre la musica diverrà protagonista il 25 sia all’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”, con il convegno intitolato “Alla ricerca della musica perduta – Fare memoria, fra storia, arte e cultura”, sia presso il Liceo Musicale “Margherita di Savoia”, dove sarà possibile assistere ad una conferenza di Nir Baram dal titolo “Il male, la memoria, la responsabilità”, seguita da un concerto di musica classica. Il 26 gennaio, nella Sala conferenze della Caserma Iovino, si terrà, invece, l’incontro “Giovanni Palatucci, una storia italiana”, con il questore di Napoli Luigi Merolla, in ricordo del poliziotto originario di Avellino che si adoperò per salvare la vita di migliaia di ebrei.
Sarà, naturalmente, il 27, la giornata clou della settimana della memoria napoletana, e vedrà coinvolti i giovani studenti delle scuole cittadine: a loro è, infatti, rivolto l’incontro organizzato presso il teatro Mercadante, durante il quale conosceranno la Shoah attraverso testimonianze, filmati e musiche; è inoltre prevista la consegna, in questa sede, delle Stelle di David a Paul Schreider e Alfredo Tedeschi, due sopravvissuti alla deportazione.
Affinché il dolore di chi ha vissuto l’esperienza sulla propria pelle, sia esso sopravvissuto o meno, non si perda nell’oblio, è compito delle nuove generazioni imparare dagli errori che la storia ci ha trasmesso ed evitare che tali orrori possano ripetersi. Tuttavia, la verità è che siamo ben lontani dal poterci considerare al sicuro da altre simili follie: le diversità sono ancora elemento di separazione e le discriminazioni all’ordine del giorno così come le umiliazioni e la perdita dei più elementari diritti dell’essere umano. Eventi come quelli proposti dalla settimana della memoria napoletana diventano, allora, occasione, soprattutto per i giovani, per fare esperienza di una cultura fondata sull’accoglienza e sul rispetto dell’altro. Il sindaco De Magistris, intervistato in merito alle iniziative organizzate, ha ricordato, a proposito dei comportamenti xenofobi ed estremi che ancora caratterizzano alcune frange della nostra società, che la città dedicherà questa settimana volta a non dimenticare anche ai due senegalesi uccisi a Firenze dalla follia di un militante di estrema destra. “Queste iniziative – ha dichiarato – sono a difesa di valori universali che esistono se noi continuiamo giorno per giorno a farli vivere”.
Sara Di Somma
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