A partire da questa settimana, entra in vigore la supertassa sul rinnovo e il rilascio del permesso di soggiorno, prevista dal decreto del 6 Ottobre 2011, firmato dagli allora Ministri dell’Interno Roberto Maroni e dell’Economia Giulio Tremonti. Tale decreto ha stabilito che gli immigrati dovranno pagare dagli 80 ai 200 euro, a seconda della durata del soggiorno, ai quali bisogna aggiungere i costi amministrativi e postali della pratica. Questo nuovo provvedimento prevede inoltre che la metà del contributo andrà ad un Fondo Rimpatri che ha lo scopo di finanziare le spese di rimpatrio degli stranieri irregolari verso i Paesi di origine. La restante quota è assegnata ad altri capitoli di spesa del Ministero dell’Interno.
Inutili le proteste da parte del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e il Ministro dell’Integrazione, Andrea Riccardi, che hanno definito il decreto «ingiusto sia perché, oltre a violare la legge, incide sugli stranieri che già contribuiscono con il loro lavoro alle finanze dello Stato, sia perchè si addebitano loro i costi di una politica delle espulsioni che è sempre meno coerente con i movimenti migratori in atto». I due ministri sperano quindi in un ripensamento, o almeno in una riformulzione della legge, che dovrebbe tenere conto sia del reddito dei singoli stranieri, sia della composizione del nucleo familiare, prima di adottare una misura così drastica. Le eventuali modifiche, inoltre, creeranno un ulteriore disordine in aggiunta all’attuale clima di incertezza, e lo Stato dovrà fare i conti con tutti gli immigrati che hanno già versato la tassa e faranno ricorso per essere rimborsati.
Questa misura adottata dal nostro governo, penalizza le famiglie e i lavoratori stranieri, che da anni si trovano in Italia per lavorare onestamente, nonostante tutte le difficoltà che offre un paese come il nostro. Siamo ancora una volta, nemici dell’integrazione, caricando gli stranieri di un peso troppo grande, soprattutto per chi, in tempi di crisi, riesce a malapena a sbarcare il lunario. I primi extacomunitari scendono in piazza per protestare civilmente contro questa ingiustizia, rivendicando i propri diritti e ricordandoci di essere un paese solidale.
Anna Panarella
Riproduzione Riservata ®