Il tribunale del riesame di Firenze si è riservato di decidere sul ricorso presentato dalla procura di Livorno e dalla difesa di Francesco Schettino contro la decisione del Gip di Grosseto che annullando il fermo in carcere, aveva concesso gli arresti domiciliari al comandante della nave Costa Concordia naufragata lo scorso 13 gennaio davanti l’isola del Giglio. Per i pm, Schettino deve tornare in carcere perché sussisterebbe il rischio di fuga o di inquinamento delle prove se rimesso in libertà, mentre per la difesa l’impossibilità a reiterare il reato è sufficiente per la revoca dei domiciliari.
La decisione è attesa entro, e non oltre, il 9 febbraio. Intanto il prossimo 3 marzo è fissato l’incidente probatorio in relazione al processo penale a carico di Schettino e del primo ufficiale Ciro Ambrosio. Secondo la Procura, considerando le 300 persone lasciate a bordo e le 34 morte in conseguenza dell’affondamento della Concordia, Francesco Schettino rischierebbe di dover passare in carcere 2697 anni: 15 anni per omicidio colposo plurimo, 10 anni per disastro da naufragio, e otto anni per ciascun passeggero abbandonato e morto in conseguenza dell’affondamento della Concordia.
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